Germania: ieri sera “ricevimento ecumenico” al Festival del cinema di Berlino

Nel quadro della 68ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino (15-25 febbraio 2018) si è svolto ieri sera il “ricevimento ecumenico”. L’elemento di riflessione quest’anno sono state le “conseguenze della digitalizzazione”. “Il cinema ha notevolmente ampliato le sue possibilità di perfezionare le immagini e di creare un’esperienza coinvolgente per lo spettatore”, ha affermato nel suo saluto mons. Gebhard Fürst, vescovo di Rottenburg-Stuttgart e presidente della Commissione per i mezzi di comunicazione della Conferenza episcopale tedesca (Dbk). Se è insostituibile la condivisione dell’esperienza nella “magica oscurità della sala di un cinema”, l’elaborazione digitale che rende le immagini sempre più perfette, le allontana però anche e sempre di più dalla realtà, fino a farle “trionfare sulla realtà stessa”, ha affermato il vescovo. Ospite d’onore alla serata è stato il regista Andreas Veiel. “In un momento in cui la produzione sta diventando sempre più veloce e chiassosa, i suoi docu-film mantengono uno sguardo umano che sa andare nel profondo”, ha spiegato Johann H. Claussen, responsabile per la cultura della Chiesa evangelica tedesca (Ekd). Per la 27ª volta al Festival di Berlino è presente la giuria ecumenica internazionale: il riconoscimento andrà a quei film in cui i comportamenti sono “in consonanza con il vangelo o sensibilizzano il pubblico ai valori spirituali e sociali”.

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