Dire: i titoli e il tg politico

(DIRE-SIR) – Ecco i titoli e il tg politico realizzato dall’agenzia Dire. Anche su www.dire.it e www.agenziadire.com.

Embraco licenzia, l’ira di Calenda: gentaglia irresponsabile

Embraco non ci ripensa e lascia a casa i 500 lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri nel torinese. A nulla è servito l’invito del ministro Carlo Calenda a ragionare sulla cassa integrazione. Ora il ministro dello sviluppo economico si sfoga: “Non si comprende questo atteggiamento. Ci troviamo di fronte – attacca Calenda – al peggior caso di multinazionale che ha dimostrato totale irresponsabilità nei confronti dei lavoratori e mancanza di rispetto per il governo”. E conclude: “Non incontrerò più questa gentaglia”.

Via canone Rai per 350mila over 75

Gli over 75 che non pagheranno più il canone Rai saranno 350mila rispetto ai 115mila attuali. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, partecipando alla presentazione dei risultati dell’Agenzia del Demanio, ha annunciato che il ministero dell’Economia e quello dello Sviluppo economico hanno firmato un decreto che estende la fascia di reddito esente dal pagamento dell’imposta. Gentiloni ha ricordato quando da ministro delle Comunicazioni del governo Prodi si occupava di televisione: “So quanto sia importante per le persone anziane la tivù, soprattutto per le fasce sociali in difficoltà e sole”, ha sottolineato.

D’Alema contro Prodi: un compagno che sbaglia

È Romano Prodi il “compagno che sbaglia”. Massimo D’Alema rimanda al mittente le critiche del professore che ha stigmatizzato gli scissionisti del Pd oggi candidati con Leu. “La legge elettorale scandalosa prevede che ci sia il Pd – dice D’Alema – e il capo del Pd che si chiama Matteo Renzi e se ci fossero dubbi su questo Renzi ha fatto liste con stile padronale. Quindi non si vota per Gentiloni ma per Renzi”. Poi l’affondo, rivolto a Prodi: “Votando Insieme voterà per Casini e per Renzi, e ritengo che non sia utile né al Paese né al Centrosinistra. È lunare pensare che possa vincere il Pd”.

Venezuela, allarme della Chiesa: Paese in ginocchio

Un esodo vero e proprio. Sono migliaia i venezuelani che ogni giorno fuggono dal Paese per raggiungere la Colombia, attraversando a piedi i due ponti che portano a Cucuta, la città frontaliera diventata ormai un grande magnete per il fiume di profughi. “Sono persone affamate, malate, sono sfiniti e denutriti” dice il vescovo di Cucuta monsignor Ochoa. Tra i venezuelani in fuga dal pugno di ferro del presidente Maduro, riporta il Sir, “ci sono sempre più spesso intere famiglie, giovani, minori, donne incinte”. Il numero dei venezuelani che hanno trovato rifugio in Colombia oscilla tra i 600 e gli 800mila.

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