Papa Francesco: al clero romano, “le ragazzate per un prete sono il germoglio della doppia vita”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Ci sono delle tentazioni brutte in questo tempo. Tentazioni che prima uno mai avrebbe pensato di avere. Non c’è da vergognarsi, sono tentazioni: il problema è del tentatore, non è nostro”. Così Papa Francesco ha risposto alla seconda domanda sulla “crisi di mezz’età” per i sacerdoti posta dai parroci della diocesi di Roma durante l’incontro che si è svolto giovedì 15 febbraio, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Il testo è stato diffuso oggi dalla Sala stampa vaticana. “Non c’è da vergognarsi. Ma bisogna smascherarle subito – ha aggiunto il Papa, parlando delle tentazioni di mezz’età -. Ed è anche il tempo delle ragazzate: quando il prete incomincia a fare delle ragazzate. Sono il germoglio della doppia vita. Bisogna prenderle subito e anche con senso dell’umorismo: ‘Guarda, io che avevo creduto di avere dato la mia vita totalmente al Signore, ma guarda, che brutta figura faccio!’”. Francesco considera queste tentazioni opera de “le démon de midi”, il “demone di mezzogiorno”. “Noi in Argentina lo chiamiamo ‘el cuarentazo’. A quaranta, tra quaranta e cinquanta anni, ti viene questo. Alcuni ho sentito che lo chiamano ‘adesso o mai più’”. Quando si manifesta questo demone, quando si perde l’entusiasmo di seguire il Signore, il rischio, secondo Francesco, è che rimanga “l’apparenza”. Quindi, il suggerimento è di “cercare aiuto subito”. “Con il Signore dire la verità, che sei un po’ deluso perché quell’entusiasmo se n’è andato. Ma c’è la preghiera di donazione. È un momento aspro, ma è un momento liberatorio: quello che è passato, è passato; adesso c’è un’altra età, un altro momento della mia vita sacerdotale. E con la mia guida spirituale devo andare avanti”. Quindi, in questa fase, Francesco spiega che “il tempo che rimane, di vita, è per una migliore donazione di sé stessi. È il tempo dei figli, di vedere crescere i figli. Il tempo di aiutare la parrocchia, la Chiesa, a crescere, è tempo di crescita, dei figli. È tempo che io incominci a diminuire. Il tempo della fecondità, la vera fecondità, non la fecondità finta. È tempo della potatura: loro crescono, io aiuto e io rimango indietro”.

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