Sarà l’Istituto Opera don Calabria di Roma ad ospitare sabato 17 e domenica 18 febbraio, l’incontro formativo dei 19 responsabili medici regionali dell’Unitalsi. L’iniziativa fornirà l’occasione per presentare la pubblicazione “Spiritual dryness in Catholic laypersons working as volunteers is related to reduced life satisfaction rather than to indicators of spirituality” (Springer) che indaga le motivazioni alla base del servizio che quotidianamente svolgono i volontari in favore delle persone con disabilità, ammalate, bisognose di cure e attenzioni. Come si legge in una nota, “lo studio, basato su dati forniti da Unitalsi, ha indagato quali indicatori di spiritualità sono legati ai momenti di crisi spirituale e se, in particolare, la compassione e l’altruismo sono legati alla citata aridità spirituale ed ha dimostrato che la maggior parte delle persone che fanno volontariato è in verità mossa da una crisi interiore, non necessariamente spirituale”. “La scarsa soddisfazione per la vita famigliare e per le prospettive future, come è emerso, sono condizioni che spingono ad aiutare il prossimo e che suscitano serenità spirituale dopo averlo fatto”. Per Federico Baiocco, responsabile nazionale medici ed operatori sanitari dell’Unitalsi e co-autore della pubblicazione insieme a Arndt Büssing e Klaus Baumann, “la bellezza di questo lavoro, di respiro internazionale, ci può far affermare che non è necessario aspettare una condizione di aridità spirituale per decidere di fare volontariato, ma fare volontariato ci può evitare di avere momenti di aridità spirituale non solo religiosa ma nella vita in genere”. In occasione dell’incontro, il presidente nazionale dell’Unitalsi, Antonio Diella, interverrà sul tema del “fine vita”. “Il medico unitalsiano – anticipa Diella – deve farsi carico delle istanze di accompagnamento alla persona malata, nei confronti della quale ancora di più non basta un consenso informato ma è necessaria la condivisione di un percorso nella malattia, nel rispetto dei ruoli di ciascuno”.