Papa Francesco: ai maroniti, no a “carrierismo, potere, clericalismo”

foto SIR/Marco Calvarese

“Di fronte alle molteplici necessità che vi attendono, può venire la tentazione di agire alla maniera del mondo, ricercando chi è forte piuttosto che chi è debole, guardando a chi ha mezzi piuttosto che a chi ne è privo”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i membri del Collegio Maronita di Roma, esortati a fuggire “le tentazioni di carrierismo, potere, clericalismo”. “Il corso che onora la vita cristiana non è l’ascesa verso i premi e le sicurezze appaganti del mondo, ma la discesa umile nel servizio. È la strada di Gesù, non ce n’è un’altra”, il monito di Francesco per rifiutare “il successo, la gloria, il denaro”, in modo da “annunciare la salvezza per tutti i popoli, proclamare con la vita la misericordia di Dio. Questo cambia la storia”. Due i desideri affidati ai presenti dal Papa: il primo, la pace. “Oggi la fraternità e l’integrazione rappresentano sfide urgenti, non più rimandabili, e a questo proposito il Libano non ha solo qualcosa da dire, ma una speciale vocazione di pace da compiere nel mondo”, la consegna di Francesco: “Tra i figli della vostra terra, voi, in modo particolare, sarete chiamati a servire tutti come fratelli, anzitutto sentendovi di tutti fratelli. Aiutati dalle vostre conoscenze, adoperatevi perché il Libano possa sempre corrispondere alla sua vocazione di essere luce per i popoli della regione e segno della pace che viene da Dio”. Il secondo desiderio riguarda i giovani: “Come Chiesa – ha assicurato il Papa – vogliamo averli sempre più a cuore, accompagnarli con fiducia e pazienza, dedicando loro tempo e ascolto. I giovani sono la promessa dell’avvenire, il più serio investimento per il vostro ministero”. Poi la citazione di Benedetto XVI, che incontrando nel 2012 i giovani del Libano disse: “Giovani del Libano, siate accoglienti e aperti, come Cristo vi chiede e come il vostro Paese vi insegna”. “A voi la missione di aiutarli ad aprire il cuore al bene, perché sperimentino la gioia di accogliere il Signore nella loro vita”, ha concluso Francesco.

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