Gendarmeria: Giani, il viaggio del Papa in Centrafrica esempio di cooperazione tra servizi vaticani e italiani

(da Arezzo) “Il viaggio di Papa Francesco in Centrafrica è stato uno degli esempi più belli della cooperazione tra Gendarmeria e servizi d’informazione e sicurezza italiani, sappiamo che all’estero abbiamo una grande collaborazione, una cooperazione silenziosa. L’Italia ci aiuta molto nel fare questo”. Lo ha detto Domenico Giani, comandante del Corpo della Gendarmeria Vaticana, in occasione della presentazione del libro di Sandro Barbagallo e Cesare Catananti “La Gendarmeria Vaticana. Dalle origini ai nostri giorni”, svoltasi oggi ad Arezzo, sua città natale. Una sorta di “prima nazionale” dopo la presentazione avvenuta nell’ottobre dello scorso anno nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani, a celebrazione dei duecento anni dalla fondazione del Corpo. Giani ha preso spunto dal ruolo svolto dalla Gendarmeria nel corso della Seconda Guerra Mondiale “quando in Vaticano erano accolte tantissime famiglie ebree, ambasciate, disertori, gli stessi tedeschi, perché si sentivano al sicuro”, per spiegare come la Gendarmeria svolga anche un ruolo importante nel “servizio alla carità che il Santo Padre ci chiede”. Anche se, ha ammonito, “la carità non va raccontata, va fatta”. Poi la testimonianza avuta a Bangui, per la visita apostolica di Papa Francesco che “ha lasciato nel nostro cuore delle immagini impressionanti”. Infine il ringraziamento ai suoi uomini: “Nei vari interventi che si sono susseguiti è emerso sempre il mio nome, ma il grazie va agli uomini della Gendarmeria. Io sono solo un piccolo frammento di una storia iniziata nel III secolo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy