Elezioni: Istituto Jacques Delors, “italiani sempre più euroscettici”. “Da alcuni partiti attacchi virulenti all’Ue”

(Bruxelles) L’esito delle elezioni italiane del 4 marzo prossimo interessa tutti coloro che hanno a cuore l’Europa e il suo futuro, perché l’Italia è la terza economia dei 27, è uno dei Paesi fondatori dell’Ue, uno dei più popolati e uno dei politicamente più instabili dopo le elezioni del 2013. E in cui proprio “l’Europa è una delle sfide in gioco”. Per questi motivi l’Istituto Jacques Delors insieme al Centro Kantar sul futuro dell’Europa ha curato il policy paper presentato oggi a Bruxelles su “Gli italiani e l’Europa, cronaca di un disincanto” in cui si prende in esame l’evoluzione dell’opinione pubblica italiana sull’Ue. Il dato di fondo: “gli italiani, che tre decenni fa erano molto eurofili, oggi sono tra i più euro-morosi dei popoli Ue”. Nel tempo l’atteggiamento è stato “fluttuante”; fino al 2004 sono stati i “più positivi della media europea”, e dopo il 2010-2011 tra i più negativi, fino al 2016. Tra le ragioni, la contrazione economica del 9% nel decennio 2007-2016; gli attacchi “virulenti” all’euro da parte di partiti politici a carattere populista come Forza Italia o M5s, e in generale “l’euroscetticismo governativo” di alcuni periodi; più di recente “l’impressione di solitudine di fronte al problema migratorio”.
Solo il 2017 ha registrato “un leggero miglioramento” della percezione dell’Ue, definito nella ricerca “spiragli di speranza”. Se le elezioni del 4 marzo porteranno a “una crisi politica o a un compromesso poco convincente” quest’ottimismo rischia di essere nuovamente soffocato. Se invece dalle urne uscirà chi sarà capace di “incarnare un forte cambiamento” l’atteggiamento positivo potrebbe rifiorire. Condizione per la riuscita, tuttavia, è anche che “la solidarietà europea sia capace di convincere gli italiani che una soluzione sul problema dei rifugiati è in vista”.

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