Religioni: meeting internazionale Onu a Vienna sul “piano d’azione per guide religiose e promotori per prevenire e contrastare incitamenti alla violenza”

La sede delle Nazioni Unite di Vienna ha ospitato dal 13 al 15 febbraio 2018 il meeting internazionale a porte chiuse sulle Declinazioni pratiche del “Piano di Azione per guide religiose e promotori per prevenire e contrastare incitamenti alla violenza” che possono condurre a crimini d’odio. A darne notizia sono la Coreis (Comunità religiosa islamica) italiana che ha preso parte attivamente alle tappe di questo percorso in collaborazione con l’Onu e il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) che figura come partner dell’Onu in questa iniziativa insieme al Kaiciid (il centro internazionale per il dialogo interreligioso intitolato al re saudita Abd al Aziz), e al Network of religious and traditional peacemakers.
“Il piano d’azione è stato sviluppato in risposta a un picco allarmante negli ultimi anni di incitamento all’odio e incitamento alla violenza contro individui o comunità, in base alla loro identità”, spiegano alle Nazioni Unite. Fu lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a New York il 14 luglio 2017: un documento definito “pionieristico”, primo del suo genere a coinvolgere guide religiose in tutto il mondo nella realizzazione di strategie locali, adatte di volta in volta a società e paesi diversi nella prevenzione ai crimini d’odio. Ma lo stesso piano di Azione – ricorda la Coreis – è frutto di un lungo percorso: la prima consultazione è stata ospitata nel 2015 dal Regno del Marocco a Fez, con il risultato finale della Fez Declaration. A seguire si sono svolte altre cinque consultazioni regionali in Africa, nelle Americhe, in Asia, Europa e Medio-Oriente, ognuna delle quali è confluita nel piano d’azione finale, coinvolgendo 232 guide religiose da 7 Paesi diversi e tutte le principali religioni come induismo, buddismo, ebraismo, cristianesimo, islam e numerose minoranze.
“Affinché la nostra azione di prevenzione ai discorsi e crimini d’odio sia efficace – ha affermato a Vienna l’imam Yahya Pallavicini – è necessario intervenire contemporaneamente su più livelli: politico (libertà religiosa), sociale (integrazione dei migranti), mediatico (dare spazio a diversi modelli culturali), educativo (corsi interculturali e interreligiosi nelle scuole e nelle carceri) e, infine, religioso (dialogo non opportunistico fra religiosi e salvaguardia comune dei luoghi sacri)”.

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