Diocesi: Caltagirone, inaugurato l’Emporio della solidarietà. Il vescovo Peri, “a nessuno è consentito chiudere la porta e negare il necessario a chi bussa”

È stato inaugurato ieri, nel mercoledì delle Ceneri, a Caltagirone, il market dove chi è nel bisogno potrà fare la spesa in modo dignitoso. L’Emporio della solidarietà, che trova spazio nei locali della Città dei ragazzi, offrirà la possibilità di scegliere i prodotti in modo libero, superando l’umiliazione e spesso, in parte, anche l’inutilità del pacco di spesa già confezionato. Un servizio Caritas che, secondo il vescovo diocesano, mons. Calogero Peri, “aiuta chi è in reale condizione di bisogno, ma chiama a corresponsabilità, accanto ai credenti, l’intera città, e che deve essere abbracciato e sposato da chiunque ne percepisca l’importanza”. “Non è mistero per nessuno l’aumento di chi sperimenta il disagio e l’emergenza, a livello personale e familiare – aggiunge il vescovo – ed è dovere di solidarietà sociale e impegno di carità dare risposte opportune, rapide e dignitose”. “Questo – prosegue – ancor più quando sono in gioco condizioni emergenti di sopravvivenza come per anziani, bambini, giovani, diseredati, persone che non trovano o ancor peggio perdono il lavoro e sperimentano l’umiliazione di dover tendere una mano. E l’invito della Parola di Dio è perentorio: non è consentito chiudere la porta e negare il necessario a chi bussa”. Don Luciano Di Silvestro, direttore della Caritas diocesana, spiega che l’Emporio, promosso dalla Caritas interparrocchiale di Caltagirone con la collaborazione della Caritas diocesana e della Fondazione Incontrocorrente, seguirà circa 100 famiglie, registrate in 5 centri d’ascolto cittadini.

Ognuna di esse riceverà una card con un punteggio che sostituirà l’importo da poter spendere nell’Emporio, che sarà guidato da un diacono della città. “Il progetto nasce da una precisa volontà dei parroci di tutte le parrocchie della città dopo un lavoro di due anni con la Caritas – dice don Salvatore Abbotto, vicario foraneo – ed è un segno profetico che le nostre parrocchie vogliono dare alla nostra città, un modo per lavorare insieme e nello stesso tempo per essere incisivi e concreti per i bisogni di povertà presenti nel nostro territorio”.

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