Terra Santa: mons. Pizzaballa in visita pastorale alle parrocchie del Patriarcato Latino

“Le comunità della diocesi sono vive e offrono tutte attività pastorali ben seguite oltre alla vita liturgica”. Lo ha detto l’amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, parlando al sito del Patriarcato della sua visita pastorale alle parrocchie della diocesi che ha preso il via prima di Natale 2017 e che si concluderà all’inizio dell’estate. Le ultime parrocchie visitate sono state quelle di Zababdeh, Jenin, Jaffa Nazareth e Rameh. “Si tratta di incontri piuttosto brevi – ha spiegato mons. Pizzaballa – ma che mi permettono di avere una prima idea di cosa sta succedendo nella parrocchia. Le visite si presentano seguendo un identico schema, in cui vi è il momento della celebrazione e vari incontri con le autorità locali, il consiglio pastorale e i responsabili delle attività. Ma ogni visita è organizzata principalmente in base alla realtà di ogni parrocchia”. Per questo motivo “è necessario che io crei una comunicazione tra noi: tra parrocchie ma anche tra il Patriarcato e le parrocchie. Le visite – ha aggiunto – sono stimolanti ma rivelano anche la mia grandissima povertà. Devo accettare di non essere in grado di fornire soluzioni a tutte le situazioni e non è così semplice per me. Fortunatamente possiamo provare a proporre alcune risposte a determinate preoccupazioni e penso che lo faremo, rispondendo a questa domanda di maggiore comunicazione”. Tra le cose che stanno maggiormente colpendo l’amministratore apostolico del Patriarcato Latino quella di realtà diverse tra loro: “la vita parrocchiale non può essere la stessa a Nazareth, che è la più grande parrocchia della nostra diocesi o di Jenin. Poi c’è il contesto geopolitico che svolge un ruolo importante nella vita quotidiana dei parrocchiani: non si vive la stessa situazione quando si vive in territorio palestinese o in Israele e questo può influenzare fortemente la vita nella Chiesa. Ed è anche questa una delle peculiarità di questa diocesi che comprende quattro territori e quindi almeno altrettante realtà diverse”.

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