“Ad oggi, nello svolgimento del processo, devono essere ben chiare le implicazioni della conversione pastorale. Serve un impegno a procedere e decidere secondo equità, avere una certezza morale, connettere la fase pastorale alle attività processuali, una adeguata fruibilità della decisione per il discernimento pastorale successivo e tenere ben presente la responsabilità giudiziale dei vescovi”. Questi i punti della prolusione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico regionale pugliese, pronunciata questa mattina a Bari da Manuel Arroba Conde. “Nell’attuale contesto sociale ed ecclesiale – dice – deve essere ben salda la relazione tra diritto, verità, giustizia e bene della persona. Il rapporto tra accertamento giudiziale e convincimenti di coscienza dei fedeli esige accuratezza nell’indagine processuale per far sì che si possa aiutare la persona a porre la sua verità soggettiva in una relazione di verifica costruttiva e auto-critica”. Importante, inoltre, è la “fase pastorale che manifesta l’inclusione del servizio giudiziale nella chiamata di ogni struttura pastorale a organizzarsi come una Chiesa in uscita. Assicurare la dedizione prioritaria agli uffici giudiziali – conclude – è un valore affidato ai vescovi. Vorrei ricordare la valorizzazione del ruolo giudiziale dei vescovi, responsabili della pastorale, della missione e della conversione delle strutture e delle attività giudiziali nella propria Chiesa”.