50° Sant’Egidio: Gentiloni (presidente del Consiglio), “dalla condizione dei più deboli si misura il benessere autentico di una società”

“Avete capito presto che la domanda di giustizia si traduceva in persone in carne e ossa, molto spesso in persone vicine. Avete scelto di stare con i più deboli perché è dalla loro condizione che si misura il benessere autentico di una società”. Lo ha detto questa sera il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al termine della celebrazione eucaristica che si è svolta nella basilica di San Giovanni in Laterano, in occasione dei 50 anni dalla fondazione della Comunità di Sant’Egidio. In apertura del suo intervento il premier ha più volte ringraziato fondatori e volontari “per la coerenza che, per 50 anni, avete vissuto nella fede e dalla parte dei più deboli, i poveri, gli anziani, gli ammalati, le donne e gli uomini massacrati dalla guerra, i migranti”. Poi, Gentiloni ha definito la presenza della Comunità “esigente”. “Quando vedete una piaga voi non trattenete il dito, quando c’è da far suonare un allarme lo fate suonare sempre, anche quando può apparire scomodo. Penso alle vostre battaglie per i rom e per i bambini rom quanto sono state importanti e quanto scomode per chi aveva responsabilità di governo. Ma sono battaglie di cui dovete essere orgogliosi, perché hanno contribuito a rendere Roma più civile – ha sottolineato -. L’altro insegnamento che mi piace ricordare stasera è che la vostra presenza esigente ha sempre offerto alle autorità religiose e civili anche delle risposte”. Il riferimento è alla pace in Mozambico, “in un certo senso anche un po’ italiana”, e all’esperienza dei corridoi umanitari “così importante perché manifestazione di carità ma anche indicazione di una soluzione, di una risposta, l’apertura di uno spiraglio in un contesto in cui sappiamo benissimo che promettere la fine dei flussi migratori sarebbe impossibile e anche sbagliato”. “Indicare uno spiraglio attraverso i corridoi umanitari in cui questi flussi possono diventare più sicuri, più organizzati e più umani è la cosa giusta da fare ed è la cosa su cui dobbiamo lavorare in questi anni insieme”.

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