Televisione: mons. Viganò (SpC), “Don Matteo è un prodotto semplice” per “un pubblico che sceglie il disimpegno”

“In ‘prime time’ la gente ha bisogno di cose semplici, è un pubblico che sceglie il disimpegno, fatto soprattutto di giovani o di persone che provengono dalla pesantezza di una giornata lavorativa, ma anche da anziani”. Mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, ha spiegato così il successo di “Don Matteo”, serie televisiva giunta all’undicesima edizione, intervenendo ieri sera al convegno nazionale degli assistenti regionali, diocesani, parrocchiali di Ac, Fuci, Meic e Mieac, ad Assisi. “È un prodotto semplice, dove c’è poco da capire – ha aggiunto -. Dal momento che tutto è prevedibile, la fiction mette lo spettatore in condizione di essere capace e attivo nel racconto”. Nel suo intervento, dedicato alla figura del “prete declinato tra cinema e tv”, mons. Viganò ha espresso un suo parere anche su “The Young Pope”, che ha considerato come “un film interessante e visionario”. “Presenta alcuni tratti di tenerezza e un riverbero psicanalitico”. “La dominanza psicanalitica è molto forte – ha evidenziato -. La seconda serie è stata scritta e verrà girata”. Il prefetto ha ricordato anche come non vi sia stata “alcuna reazione negativa da parte della Chiesa”. E, infine, ha presentato un parallelismo con un altro film del regista Paolo Sorrentino. “A differenza de ‘La grande bellezza’, ‘The Young Pope’ è meno estetizzante”.

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