Razzismo e xenofobia: don Ciotti (Libera), “sintomo di una democrazia malata e di una politica che serve poco il bene comune”

“Il fascismo che riemerge è sintomo di una democrazia malata, o per lo meno pallida, nel nostro Paese e di una politica che serve poco il bene comune”. Lo ha detto il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, in occasione della presentazione, oggi a Roma, dell’appello “Mai più fascismi”, sottoscritto da 23 tra movimenti, associazioni, partiti e sindacati. “In un tempo in cui dominano le disuguaglianze e le logiche economiche sulle teste e sulle vite delle persone, i discorsi demagogici, che approfittano della fragilità di tante storie e di tante persone, hanno gioco facile – ha aggiunto -. Quei discorsi fanno appello a identità chiuse, ai muri, ai confini fortificati, a quei concetti scientificamente infondati che sono state le cause, in passato, di tragedie come quelle di razza che ricordiamo. Questi sono i segnali che inquietano”. E l’antidoto, secondo don Ciotti, è nella Costituzione. “La nostra Costituzione ha ancora tanti vuoti che devono essere riempiti. Lì troviamo le istruzioni necessarie per costruire una società di diritti, lavoro e dignità. Nella Costituzione ci sono le istruzioni per archiviare una volta per sempre i fascismi, i nazismi, le violenze e le ingiustizie”. Il presidente di Libera ha affermato che “il processo di liberazione in Italia non è terminato. Perché un Paese in cui riaffiorano questi elementi è un Paese che non è del tutto libero. Il ‘no’ ai fascismi deve associarsi all’impegno a costruire i contesti sociali dove l’inclusione e la condivisione dei diritti e dei doveri non siano solo enunciate ma praticate e garantite”. Il rischio, però, della rinascita dei fascismi e dei razzismi “è qualcosa di reale, non un fatto di folklore o di nostalgia malata”. “Il riemergere di queste aberranti ideologie sorge anche dalla paura, dall’inquietudine e dalla povertà materiale”.

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