Martiri d’Algeria: card. Becciu, la loro morte “porterà frutti di riconciliazione e di giustizia”

“La morte tragica dei beati Pietro Claverie e dei 18 compagni martiri è un seme sparso nei momenti difficili, fecondato dalla sofferenza, che porterà frutti di riconciliazione e di giustizia”. Lo ha detto il card. Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, nell’omelia della messa celebrata oggi, in occasione della beatificazione dei 19 martiri uccisi in odio alla fede in Algeria, tra il 1994 e il 1996, tra cui i monaci di Tibhirine. “In questa terra, qui in Algeria, essi hanno annunciato l’amore incondizionato del Signore verso i poveri e gli emarginati, testimoniando la loro appartenenza a Cristo e alla Chiesa fino al martirio”, ha aggiunto il porporato che ha, poi, indicato “la nostra missione di cristiani”: “Seminare ogni giorno il seme della pace evangelica, per gioire dei frutti della giustizia”. “Con questa beatificazione – ha aggiunto – noi vorremmo dire all’intera Algeria solo questo: la Chiesa non desidera altro se non servire il popolo algerino, testimoniando amore verso tutti”. Il card. Becciu ha, quindi, osservato che “tutti, pur consapevoli del rischio che li assediava, decisero coraggiosamente di restare al loro posto fino alla fine; in essi si sviluppò una forte spiritualità martiriale radicata nella prospettiva di sacrificare se stessi e offrire la propria vita per una società riconciliata e di pace”. Infine, definendo i martiri “straordinari operatori di pace” e “testimoni di fraternità”, il cardinale ha indicato la loro “testimonianza luminosa” come “un esempio vivo e vicino per tutti”. “La loro vita e la loro morte è un appello diretto a tutti noi cristiani a essere fedeli a ogni costo alla propria vocazione, servendo il Vangelo e la Chiesa in una vita di vera fraternità, nella perseveranza e nella testimonianza della scelta radicale di Dio”.

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