150° Azione cattolica: Formigoni (Iulm), dall’associazione un “contributo originale” alla storia del Paese

La “scelta religiosa” dell’Ac comunque non era “una fuga dai problemi reali della storia: come hanno mostrato anche studi recenti, la dimensione civile era ben presente nelle attenzioni formative e nella stampa associativa”. Era piuttosto, secondo lo storico Guido Formigoni intervenuto al convegno “L’Azione cattolica italiana nella storia del Paese e della Chiesa (1868-2018)” che si è aperto a Roma, il frutto di una “lettura più articolata delle opportunità di servizio cristiano alla società, e di una valorizzazione della distinzione conciliare” tra azioni del singolo credente e impegni della Chiesa o dell’associazione stessa, strettamente collegata alla gerarchia. La relazione di Formigoni, spaziando dalla fine dell’800 alle soglie del Duemila, attraversa la storia dell’Ac nell’Italia post-risorgimentale, nel periodo tra le due guerre, e, ancora, nella ricostruzione post-bellica della cosiddetta Ac “di massa”. Un’associazione che ha contribuito, secondo gli studi storici, a formare la classe dirigente del Paese, a inserire ampie fasce di popolazione entro l’Italia democratica e repubblicana. Formigoni ha ricordato anche le varie fasi di confronto intraecclesiale, come quello, difficile, della ricezione del Concilio, compresa la discussione metodologica sulla “mediazione culturale” e la “linea della presenza”, “fatta propria da Comunione e liberazione dalla metà del decennio ’70”. Per sottolineare infine che la storia d’Italia “non potrebbe essere compiutamente conosciuta senza considerare gli effetti di una storia associativa, di un percorso formativo, di una mentalità originale consolidata nel tempo”.

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