Natale: mons. Delbosco (Cuneo e Fossano), “ci insegna ad aprirci sempre più alla solidarietà e alla condivisione”

“Natale ci insegna ad aprirci sempre più alla solidarietà e alla condivisione. Non basta fare in modo di stare bene io e lasciare che gli altri facciano la loro strada. Finché c’è qualcuno che sta male, che prova disagio, che ha ferite profonde da sanare, non posso far festa pienamente. Come Chiesa siamo un corpo solo, dobbiamo far circolare l’Amore e la Carità vera”. Lo afferma il vescovo di Cuneo e Fossano, mons. Piero Delbosco, nel messaggio per le festività natalizie pubblicato sui settimanali diocesani “La Guida” (Cuneo) e “La Fedeltà” (Fossano). Ricordando la “grande gioia” sprigionata dalla “nascita del Salvatore” nel quale “cogliamo il senso pieno di ogni nascita umana”, mons. Delbosco osserva che “Natale è il punto di congiunzione tra passato e futuro, atomo vivificatore grazie al quale esistenze disgregate possono ritrovarsi per esplodere nella gioia della comunione”. “Ognuno di noi – ammonisce il vescovo – può essere un atomo disgregato dagli altri ma, se ci mettiamo insieme, siamo un vulcano dal quale esplode una forza ineguagliabile di Vita!”.
“Natale è fare dono della nostra gioia di vivere”, prosegue mons. Delbosco, certo che tutti “abbiamo tante cose buone da donare. Non necessariamente sono cose materiali. A volte basta l’ascolto, la pazienza, un sorriso, un po’ di tenerezza e… tutto assume un altro colore”. “Ogni vita – spiega – per essere tale deve essere condivisa e, perché la mia vita sia piena, io devo, con impegno e responsabilità, far sì che anche la vita degli altri arrivi a pienezza”. “Nessuno può essere felice da solo e nessuno può vivere autenticamente la vita per conto suo isolandosi dagli altri. Forse, fare Natale vuol anche dire rompere le catene di estrema riservatezza che ci isolano e che ci rendono tristi”. L’augurio di mons. Delbosco è “che tutti, in questo Natale, possiamo comprendere che non possiamo soltanto dire di conoscere Dio e credere in Lui. Dobbiamo dare la nostra testimonianza, o almeno il tentativo di costruire insieme la civiltà dell’Amore. Solo così la nostra festa sarà piena”.

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