Siria: card. Zenari (nunzio) al Sir, “soluzione politica ancora lontana. Ma bisogna battere il chiodo e insistere”

“La guerra non è ancora terminata, purtroppo. La soluzione politica è ancora lontana. Ma bisogna battere il chiodo e insistere”: così il card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, ha commentato al Sir il conflitto in Siria che in queste ore sembra aver avuto una recrudescenza con intensi scontri armati nell’est del Paese, al confine con l’Iraq, tra forze curdo-siriane sostenute dagli Usa e miliziani dell’Isis arroccati nel distretto di Hajin, sul fiume Eufrate. Il Nunzio è intervenuto questa mattina, a Roma, alla presentazione della campagna natalizia di preghiera, aiuto e solidarietà di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) dal titolo “Candele per la Pace in Siria”.
L’iniziativa, che vede impegnati oltre 50mila bambini di diverse religioni e di città siriane colpite dalla guerra, tra cui Aleppo, Damasco, Homs, Marmarita, Hassaké, Tartus a Latakia ha avuto inizio ieri, nella prima domenica dell’Avvento, con Papa Francesco che ha acceso una di queste candele. “I bambini tengono viva la fiamma della speranza, della riconciliazione, della pace e della libertà – ha detto al Sir il card. Zenari –. Sono quelli che hanno pagato e stanno pagando il conto più alto di questa guerra: morti, traumatizzati, abusati. Questo conflitto è una strage degli innocenti”. “La guerra è sparita dalle prime pagine dei giornali ma non è finita. Dura da otto anni e tenere desta l’attenzione e l’informazione su di essa non è facile. È soprattutto un drammatico e sanguinoso conflitto interno e civile e il fatto che sia dimenticato fa ancora più male”, ha concluso il cardinale che ha invitato a non dimenticare “tutti gli altri bambini del Medio Oriente e dello Yemen. Aiutiamoli a tenere viva questa fiamma di pace e di speranza”.
Nel suo intervento il nunzio ha ricordato la strage di bambini nella guerra siriana, “molti uccisi dalle bombe, annegati nel mare, dilaniati, soffocati da gas tossici, mutilati, abusati sessualmente, arruolati per combattere e fatti sposare precocemente con stranieri”. Come dimenticare poi “le migliaia di bambini abbandonati, randagi, rimasti orfani” dopo la battaglia di Aleppo Est a dicembre del 2016, e “i pregiudizi rivolti nei loro confronti” accusati di essere “i figli dei miliziani jihadisti”. “Alcuni di questi bambini – ha rivelato il card. Zenari – sono stati ritrovati morti per gli stenti, di fame e di freddo, all’interno di alcuni palazzi distrutti”. E infine la domanda: “La fiamma della libertà e della pace nelle mani di questi bambini e giovani di Siria sarà così forte da sopravvivere ai forti venti contrari?”

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