Manovra: Castelli (Anci), “segnali positivi nei confronti degli Enti locali, ma molto si può ancora fare”

“Il presidente Conte sembra il cavaliere inesistente di Italo Calvino, lo dico con rispetto. Deve sentire la cassa di destra e di sinistra cercando di essere sincrono, come un cronomo, deve beccare giusta la nota per non sbagliare”. Così Guido Castelli, presidente Ifel e delegato alla finanza locale dell’Anci, ospite della trasmissione “Tagadà” su La7.
“Non vedo un rischio immediato delle tasse comunali ma confido nel buon senso degli amministratori”, ha proseguito il sindaco di Ascoli Piceno che, facendo riferimento “al blocco delle aliquote istantaneo nel 2015”, ha ricordato come “da questo blocco hanno tratto vantaggio i sindaci che avevano portato al massimo il livello delle aliquote sugli immobili possibile, penalizzando i comuni virtuosi che avevano, in periodo di congiuntura economica negativa, le aliquote basse”. “A mio avviso l’intero sistema del fisco locale va riorganizzato”, ha aggiunto Castelli: “Per anni abbiamo tenuto una vera e propria patrimoniale voluta del presidente Monti che aveva imposto, con il Salva Italia, il passaggio a sfavore dei cittadini il pagamento dell’imposta per un valore che passò dai 9 mld e 200 mln di euro 2011 con Ici a 23 mld e 800 mln di euro con l’Imu nel 2012 di cui metà direttamente nelle casse dello stato centrale. Per anni c’è stata una distorsione della responsabilità perché lo stato centrale ha risanato i conti pubblici per un valore di 25 mld di euro per cui hanno contribuito i comuni, e quindi gli stessi cittadini, per un valore di 12 mld”.
“La politica del governo centrale che ha devastato i territori”, ha concluso Castelli: “Questa manovra finanziaria ha segnali positivi nei confronti degli Enti locali con lo sblocco avanzi e il settore degli investimenti pubblici. Molto si può ancora fare puntando, a mio avviso, su un processo che conceda ai Comuni di assumere. Lo Stato centrale deve ricongiungersi con la periferia, ricreare il rapporto, individuare risorse certe ed avviare una grande stazione di pacificazione fiscale”.

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