“Siamo la prima economia importante ad aver tradotto gli impegni dell’accordo di Parigi in una serie di norme vincolanti. Sono orgoglioso di questo”. È il vice-presidente Maros Sefcovic, commissario per l’unione energetica, a parlare a nome dell’Ue alla Cop24 a Katowice. Dal 1990, le emissioni di gas serra nell’Ue “sono diminuite del 22%”, che è più di quanto stabilito come obiettivo del 2020, ha detto Sefcovic. “Entro la fine del prossimo decennio, la riduzione raggiungerà almeno il 45%”, intanto l’economia Ue continua a crescere. “Ma questo non basta”, ha rilanciato il commissario: ci vuole “visione, coraggio e impegno”. Una “strategia visionaria” è quella dell’Ue: zero emissioni entro il 2050. Il coraggio serve per fare “investimenti aggiuntivi”, di circa lo 0,8% del Pil per sostenere la transizione, soprattutto nei settori che faranno più fatica. L’impegno necessario è guardare alle “zone più vulnerabili del mondo”, poiché “il nostro agire non è ripiegato su noi stessi e perché i cambiamenti climatici non conoscono confini”. L’Ue continuerà a impegnarsi per l’obiettivo globale di 100 miliardi di dollari l’anno per finanziare azioni per il clima nei Paesi in sviluppo: nel 2017 l’Ue è stata “la più grande donatrice per il clima del mondo” con 20,4 miliardi di euro di finanziamenti. La Cop24 “è un test di credibilità: dobbiamo mettere in pratica lo storico accordo di Parigi, adottando un regolamento che funzioni” e “aiuti tutti noi a raddoppiare i nostri sforzi a casa”.