Iraq: card. Parolin, “l’impresa più ardua non è riedificazione materiale, ma ricostruzione della fiducia e ricomposizione tessuto sociale”

“Dopo il tempo della prova, la Sacra Famiglia è rientrata a Nazareth. Anche per voi inizia il ritorno dall’esilio. Felicemente nella vostra città di Qaraqosh e in altri villaggi della Piana di Ninive si sta procedendo alla ricostruzione delle case e molti di voi avete già fatto rientro”. Lo ha ricordato, stamattina, il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, nell’omelia della Santa Messa celebrata nella cattedrale siro-cattolica di Altahera a Qaraqosh con Ignatius Joseph III Younan, patriarca dei siro-cattolici, e mons. Yohanna Petros Mouche, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, nel corso della sua visita in Iraq per le celebrazioni natalizie (24-28 dicembre). “Ciò – ha aggiunto il porporato – è una fonte di gioia e di speranza per la Chiesa universale e per il vostro Paese. Tuttavia, l’impresa più ardua non è la riedificazione materiale, bensì la ricostruzione della fiducia, la ricomposizione del tessuto sociale lacerato dai tradimenti, dal rancore, dall’odio. Qui sta la vostra vocazione e la vostra missione: è in gioco la fedeltà alle vostre radici e la costruzione di un futuro migliore per i vostri figli”.

Il cardinale ancora una volta ha ribadito “quanto sia importante la presenza dei cristiani in Medio Oriente”: “Siete la presenza di Gesù. Avete una missione insostituibile e importantissima. Vi esorto perciò a continuare a vivere la vostra fede e la vostra missione con fedeltà e gratitudine, con fiducia e speranza in questa Terra dove è cominciata la storia della salvezza, che oggi continua attraverso di voi”. Di qui l’esortazione: “Coraggio, non abbiate paura, alzatevi con piede fermo e ricominciate la vostra vita perché il male non ha l’ultima parola sul vostro destino e sul vostro futuro in questa storica terra dei vostri padri”.
Nel “tempo benedetto del Natale del Signore”, ha concluso Parolin, “la potenza tenera del Bambino Gesù ci insegni a percorrere la via dell’amore e del dell’umiltà. Carissimi, auguro a tutti voi i doni dell’unità, della riconciliazione e della pace”.

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