Natale: mons. Fontana (Arezzo), “trasformare l’arroganza in sentimenti di pace e di concordia”

“È la notte dell’accoglienza dei fratelli venuti dalla città dell’uomo, dalle varie storie di pensiero e di orientamento politico; della gente che è qui e ci dà gioia rivedere”. Lo ha detto il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Riccardo Fontana, nell’omelia della messa che ha celebrato nella notte di Natale. Dal presule un riferimento all’attualità: “Questa Chiesa, dal bambino di Betlemme è chiamata a misurarsi con il nuovo che avanza”, nella certezza che “la stessa Chiesa ha la vocazione di riaccendere la speranza di molti” e che “dalla complessità del presente si può uscire”. “La Grazia già ci è data ed è il bambino di Betlemme – ha aggiunto mons. Fontanta -. La nostra risposta è il proposito di andare avanti”. Tra le “prove della vita”, di “questo mondo globalizzato”, indicate dall’arcivescovo, “la tentazione dell’indifferenza, del rifugiarsi nel privato, del pensare a sé. Ma un bambino che nasce, soprattutto il Bambino Gesù, è fonte di gioia e ci coinvolge”. L’omelia si è conclusa con un riferimento all’Unione europea: “La via dell’umiltà permise a tre grandi cattolici di ricostruire l’Europa dilaniata dalla terribile Guerra Mondiale, Alcide De Gasperi, Robert Schumann, e Konrad Adenauer: il loro metodo fu la pazienza senza prevaricazione. Convinsero sognando la collaborazione tra i popoli. Forse come i pastori del presepio, dobbiamo anche noi ritrovare l’umiltà di costruire e non distruggere, di parlare alle coscienze e non all’istinto”. Infine, l’incoraggiamento a “cambiare il cuore e trasformare l’arroganza in sentimenti di pace e di concordia”.

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