Papa Francesco: Angelus, “vivere un Natale estroverso, al centro non ci sia il nostro ‘io’ ma Gesù e i fratelli”

L’incontro dell’uomo con Dio “non è all’insegna di strabilianti prodigi, ma piuttosto all’insegna della fede e della carità”. Lo ha detto ieri il Papa durante l’Angelus con i circa 20mila fedeli e pellegrini in Piazza San Pietro. “Senza fede si resta inevitabilmente sordi alla voce consolante di Dio; e si resta incapaci di pronunciare parole di consolazione e di speranza per i nostri fratelli. E noi lo vediamo tutti i giorni: la gente che non ha fede o che ha una fede molto piccola, quando deve avvicinarsi a una persona che soffre, le dice parole di circostanza, ma non riesce ad arrivare al cuore perché non ha forza. Non ha forza perché non ha fede, e se non ha fede non vengono le parole che arrivano al cuore altrui”. L’evento della nascita di Gesù, ha ricordato il Papa, è cominciato con “un semplice gesto di carità; del resto, la carità autentica è sempre frutto dell’amore di Dio”: “Il Vangelo della visita di Maria ad Elisabetta, che abbiamo ascoltato oggi nella Messa, ci prepara a vivere bene il Natale, comunicandoci il dinamismo della fede e della carità. Questo dinamismo è opera dello Spirito Santo: lo Spirito d’Amore che fecondò il grembo verginale di Maria e che la spinse ad accorrere al servizio dell’anziana parente. Un dinamismo pieno di gioia, come si vede nell’incontro tra le due madri, che è tutto un inno di gioiosa esultanza nel Signore, che compie grandi cose con i piccoli che si fidano di Lui”. L’augurio di Francesco è quello di “vivere un Natale estroverso, ma non disperso, estroverso: al centro non ci sia il nostro ‘io’, ma il Tu di Gesù e il tu dei fratelli, specialmente di quelli che hanno bisogno di una mano”.

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