Natale: mons. Bregantini (Campobasso-Bojano), “è il recupero di esclusi, abbandonati, colpiti. Porre un limite, un argine solido alle ingiustizie”

“Porre un limite, un argine solido alle ingiustizie che si annidano come macigni durissimi sui deboli. Natale è stare sempre dalla parte della Croce e dei crocifissi schiacciati dai poteri indifferenti. Ma non a braccia conserte né a mani chiuse. Bensì con le fasce calde della Vergine Maria e con l’operosità attenta e protettiva di san Giuseppe”. È uno dei compiti indicati dall’arcivescovo di Campobasso-Bojano, mons. GianCarlo Bregantini, nel messaggio per le festività natalizie inviato alla diocesi. “Natale – osserva l’arcivescovo – è la caduta delle distanze. Interiori, relazionali e sociali. Dove tutto l’uomo è riportato nuovamente all’uomo”. Da qui nascono i “compiti” indicati da Bregatini: il primo “è credere possibile un mondo non più conteso tra vincitori e vinti, tra ricchi e poveri, tra palazzi e pietre scartate. Ma restituito sotto forma di pane, di prossimità, di speranza”. E poi è c’è “la condivisione, da assumere come regola d’oro per il cambiamento e una necessaria riumanizzazione storica”. “Appare sempre più urgente che il principio fondamentale del Natale sia questo: non è possibile guardare a Dio, se non si guarda allo stesso modo il fratello”, ammonisce l’arcivescovo, che mette in guardia dall’“accendere le luci artificiali, mentre si spegne il futuro di qualcuno”. E facendo un elenco dei presepi “moderni” – le attività economiche che chiudono, i senza tetto, chi vive tra stenti e disperazioni, chi ha paura di formare una famiglia, … – mons. Bregantini afferma che “questi sono i presepi davanti ai quali inginocchiarci e adorare, piangendo e lottando con loro, impegnandoci accanto e per loro”. “Il Natale – evidenzia – è il recupero degli esclusi, degli abbandonati, dei colpiti. Fatto di segni che non svaniscono all’indomani del cenone”. “Il Natale – conclude – sia ancora una risposta di amore. Anche quest’anno. Da tutti. Per tutti”.

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