Papa Francesco: alla Curia Romana, “nessun peccato sarà mai più grande della misericordia di Dio”

“Il Natale è la festa che ci riempie di gioia e ci dona la certezza che nessun peccato sarà mai più grande della misericordia di Dio, e nessun atto umano potrà mai impedire all’alba della luce divina di nascere e di rinascere nei cuori degli uomini”. Cominciano così gli auguri del Papa ai Cardinali e i Superiori della Curia Romana, ricevuti oggi in udienza nella Sala Clementina in prossimità delle festività natalizie. “Desidero ringraziare voi per la vostra dedizione quotidiana al servizio della Santa Sede, della Chiesa e del Successore di Pietro”, ha esordito Francesco, dando in particolare il benvenuto al nuovo Sostituto della Segreteria di Stato, mons. Edgar Peña Parra, che “ha iniziato il suo servizio, delicato e importante, il 15 ottobre scorso”, ha ricordato: “La sua provenienza venezuelana rispecchia la cattolicità della Chiesa e la necessità di aprire sempre più gli orizzonti fino ai confini della terra”. “La Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento”, ha sottolineato il Papa, secondo il quale “dalla virtù del Signore risuscitato trae la forza per vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia dal di dentro che dal di fuori, e per svelare in mezzo al mondo, con fedeltà, anche se non perfettamente, il mistero di Lui, fino a che alla fine dei tempi esso sarà manifestato nella pienezza della luce”. “La luce è sempre più forte delle tenebre”, ha assicurato il Papa a proposito della “speranza che non delude mai”, “quella speranza dalla quale dipende la vita di ciascuno di noi e tutta la storia della Chiesa e del mondo”. “Sarebbe brutta una Chiesa senza speranza”, ha aggiunto a braccio. “Gesù nasce in una situazione sociopolitica e religiosa carica di tensione, di agitazioni e di oscurità”, ha fatto notare Francesco: “La sua nascita, da una parte attesa e dall’altra rifiutata, riassume la logica divina che non si ferma dinanzi al male, anzi lo trasforma radicalmente e gradualmente in bene, e anche la logica maligna che trasforma perfino il bene in male, per portare l’umanità a rimanere nella disperazione e nelle tenebre: ‘La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta’”.

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