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Paesi Bassi: 400 bambini rischiano l’espulsione. Mobilitazione delle Chiese per il “Kinderpardon”

foto SIR/Marco Calvarese

Il Consiglio delle Chiese nei Paesi Bassi si mobilita per sostenere la causa dei circa 400 bambini che vivono sul territorio nazionale da oltre cinque anni senza permesso di soggiorno e che rischiano il rimpatrio. Questi piccoli “vivono in una grande incertezza e nella paura” dell’espulsione e di essere mandati “in un Paese che non conoscono”, cosa che avrebbe pesanti ripercussioni sul loro sviluppo. Benché nel 2013 sia stato introdotto il “Kinderpardon”, una sorta di amnistia per i bambini che sono nel Paese da più di cinque anni “in pratica sembra che quasi tutte le domande vengano respinte”. Così il Consiglio delle Chiese ha espressamente richiesto ai responsabili politici di “fermare le espulsioni e regolarizzare il diritto di soggiorno per i bambini che sono stati nei Paesi Bassi per cinque anni o più” e invita le comunità e le Chiese a sostenere questa richiesta con la preghiera, con la richiesta alle autorità locali del comune di residenza di diventare una “kinderpardon gemeente”, cioè una comunità dove si applica l’amnistia, oppure, nel caso si tratti già di un comune sensibile di chiedere al sindaco e ai membri del consiglio comunale che facciano pressioni sul governo dell’Aja perché il regolamento previsto sia applicato. Il Consiglio delle Chiese ha predisposto delle cartoline per attuare questa campagna. L’iniziativa nasce mentre i coniugi armeni Tamrazyan sono rifugiati dal 26 ottobre nella chiesa di Bethel all’Aja con i tre figli, per sfuggire all’espulsione.

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