Avvento: p. Cantalamessa, “contemplare la Trinità aiuta a vincere la discordia”

“La Trinità è come uno di quei triangoli musicali che da qualsiasi lato si tocchi vibra tutto e dà lo stesso suono”. In questo “triumvirato”, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono sempre impegnati “a glorificarsi a vicenda”. Ruota intorno a questa “sinfonia trinitaria” la seconda predica di Avvento di padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, svoltasi presso la Cappella Redemptoris Mater del palazzo apostolico, alla presenza di Papa Francesco. “C’è un solo ‘luogo’ al mondo – ha spiegato il religioso, secondo quanto riferisce Vatican News – dove la regola ‘ama il prossimo tuo come te stesso’ è messa in pratica, in senso assoluto”. Questo luogo è la Trinità. Per Cantalamessa, il “modello di tutte le rappresentazioni della Trinità” è l’icona di Rublev, dipinta nel 1425 per la chiesa di San Sergio e riprodotta nel mosaico della Cappella Redemptoris Mater. Il dogma della Trinità di Dio, ha osservato il predicatore, viene espresso dal fatto che “le figure presenti sono tre e ben distinte, ma somigliantissime tra loro”. E sono contenute “idealmente dentro un cerchio che mette in luce la loro unità”. Dall’icona si sprigiona “un silenzioso grido”: “Siate una cosa sola, come noi siamo una cosa sola”. La Trinità, inoltre, ci indica “il vero cammino verso l’unità”: “Le tre Persone sono unite, senza essere confuse; ogni Persona si ‘immedesima’ nell’altra, si dona all’altra e fa essere l’altra”. “Tutti – ha osservato il predicatore della Casa Pontificia – desideriamo l’unità dal profondo del cuore. Perché allora è così difficile fare unità? Vogliamo che si faccia l’unità, ma intorno al nostro punto di vista”. “Il problema è che l’altro che mi sta davanti sta facendo esattamente la stessa cosa con me”. “Per questa via – ha sottolineato Cantalamessa – non si raggiungerà mai alcuna unità. Si fa il cammino inverso”. La Trinità è “una realtà viva e palpitante”. È l’assoluta manifestazione di amore: “Ogni persona divina – ha spiegato padre Cantalamessa – ama l’altra esattamente come se stessa”. “Contemplare la Trinità aiuta a vincere la discordia del mondo”. “Si può essere divisi nella mente, in ciò che ognuno pensa su questioni dottrinali o pastorali ancora legittimamente dibattute nella Chiesa, ma mai divisi nel cuore: in dubiis libertas, in omnibus vero caritas (libertà nelle cose dubbie, carità in tutte, ndr). Questo significa imitare l’unità della Trinità”: essa infatti è “unità nella diversità”. “C’è qualcosa di ancora più beato che possiamo fare nei riguardi della Trinità che contemplarla e imitarla”: “Entrare in essa”. “Cristo – ha concluso padre Cantalamessa – ci ha lasciato un mezzo per farlo”: l’Eucaristia. “Al momento della Comunione si realizza in senso stretto la parola di Cristo: io in loro e tu in me”. Nell’Eucaristia, quindi, ci viene offerta la grazia di “essere commensali della Trinità”.

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