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All’evento di commemorazione del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che si è svolto a Marrakech nel quadro della Conferenza Intergovernativa sulla migrazione il cardinale Pietro Parolin è intervenuto per sottolineare il legame intrinseco tra i principi che soggiacciono al Global compact e gli ideali enunciati nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Il documento firmato a Marrakech “afferma che la migrazione non dovrebbe mai essere un atto di disperazione” ha evidenziato il cardinale. Tuttavia “in molti Paesi le persone si sentono costrette a fuggire”. “Dovremmo fare del nostro meglio per garantire che le persone rimangano nei loro Paesi di origine, costruendo società più inclusive, sostenibili e giuste, riducendo al minimo i fattori negativi e i fattori strutturali che negano alle persone i loro diritti umani fondamentali e le costringono a partire” ha sollecitato il cardinale. Allo stesso modo ha richiamato l’attenzione sul fatto che “nei Paesi di transito e destinazione, ogni persona ha il diritto di essere trattata con dignità e rispetto e di avere accesso ai servizi sociali di base”; così pure quando le persone sono rimandate nei loro Paesi, ciò “dovrebbe essere fatto nel pieno rispetto del principio di non respingimento e del diritto alla vita familiare e all’unità”. Si tratta di “garanzie per il bene comune della società e di tutti i suoi membri”.