Diritti umani: Rondine alle Nazioni Unite. Vaccari, “togliere un’arma dal bilancio di uno Stato per finanziare una borsa di studio”

(da New York) “Da una piccola esperienza può nascere una grande visione”. Questo motto pronunciato con non poca emozione da Franco Vaccari nella sala Ecosoc delle Nazioni Unite, in occasione del 70° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani, è l’humus su cui si fonda il progetto Rondine, giunto al Palazzo di Vetro per celebrare un metodo di pace su cui ha scommesso per 20 anni. Vaccari, presidente di Rondine, ha posto il focus sui giovani: oltre duecento si sono formati nella Cittadella toscana dove hanno scoperto che “il nemico – il concetto di nemico e tutte le sue orribili derivazioni – è una costruzione avvelenata, un inganno disumanizzante che blocca la loro crescita spirituale, culturale e sociale”. Cresciuti in Paesi in guerra, questi uomini e donne del futuro, hanno deciso di investire sulla risoluzione dei conflitti attraverso “un’esperienza umana, pedagogica, culturale e politica” fondata su “fiducia e competenza: una novità nel campo internazionale. Agire sulla base della fiducia: quale moneta più preziosa di questa?”. Vaccari, sottolinea che nel mondo un milione e mezzo di under30 vive in situazioni di violenza e prevaricazione eppure l’esperienza di formazione di Rondine gli fa dire che proprio i giovani “sono la realtà anticipata di quel futuro che ogni uomo e ogni donna su questo pianeta desiderano: una sincera convivenza pacifica”. Abbandonando con fatica e passione i veleni dell’inimicizia si sono riconosciuti reciprocamente come persone, depositarie di diritti inalienabili – continua il presidente – e ne è nato un dovere comune: cambiare insieme il mondo, portare pace”. Ed è con questa convinzione che, a conclusione della manifestazione, Vaccari prende in mano una penna e la mostra agli ambasciatori invitandoli a sottoscrivere l’appello dei Leader di pace. “Non siamo stati qua per aumentare la retorica attorno ai valori e ai diritti umani, ma siamo di fronte ad una concretezza che richiede concretezza anche da parte degli Stati” e chiede una firma per innescare nuove relazioni di dialogo. “Noi di Rondine sogniamo tanto – ha concluso Vaccari – e ci piacerebbe togliere un’arma dal bilancio di uno Stato per finanziare una borsa di studio. Non cambierà l’equilibrio mondiale ma cambia qualcosa di più profondo. Noi non chiediamo il disarmo, ma chiediamo un passo possibile e nessuno è impossibilitato dal compierlo quando si vuole dialogare davvero”.

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