Diritti umani: Rondine alle Nazioni Unite. Leaders for peace, “la categoria del nemico è un inganno planetario”

(da New York) Sono Christine, palestinese, e Noam, di Israele, a leggere l’appello di pace dei giovani di Rondine davanti agli ambasciatori delle Nazioni Unite. Al loro fianco altri 30 leaders di pace formatisi nella cittadella di Arezzo e che esportano una metodologia di dialogo nei Paesi in guerra da cui provengono. “Abbiamo imparato a vivere insieme e abbiamo capito che la categoria del nemico è un inganno planetario, che si insedia nella vita delle persone al di là delle culture e toglie fiducia nelle relazioni. Abbiamo capito concretamente come sia possibile uscire dalla logica permanente del nemico e prevenire i conflitti”, spiega Noam. Le sue parole sono accolte nel totale silenzio dei presenti. Gli sguardi sono puntati su questi giovani, tutti provenienti da Paesi in guerra e che chiedono in silenzio ai rappresentanti all’Onu di porre fine, insieme a loro, ai conflitti armati e a tutte le conseguenze di una guerra. “Abbiamo imparato un innovativo percorso di trasformazione dei conflitti e abbiamo imparato a vivere insieme come fratelli – continua Christine -. Partendo dalla nostra incredibile esperienza, in cui abbiamo rovesciato il confitto in sorgente di sviluppo umano, siamo in grado di smascherare l’inganno planetario del nemico e possiamo consentire un balzo in avanti nella difesa dei diritti umani”. A partire da questi presupposti i giovani di Rondine chiedono ai rappresentanti degli Stati presenti di sostenere il progetto Leaders for peace attraverso delle borse di studio finanziate da una piccola percentuale del bilancio che i Paesi destinano alla difesa. Rondine si impegna nei prossimi dieci anni a formare 200 giovani leaders e in cambio chiede che questa educazione ai diritti umani sia concretamente supportata dall’Onu.

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