Diritti umani: card. Parolin, “la Chiesa avvii una riflessione da presentare nei contesti internazionali”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Di fronte al fatto che “le violazioni riguardano anche il tavolo di valori condivisi”, è necessario “avere il coraggio di riscrivere degli atti normativi per riportare al centro i valori”. Lo ha sottolineato il card. Pietro Parlin, segretario di Stato Vaticano, per il quale “è giunto il momento di avviare un’ampia riflessione nella Chiesa a riguardo dei diritti umani e sul futuro dell’uomo, prendendo coscienza che all’interrogativo ‘uomo, chi sei’ si è sostituito quello più insidioso ‘uomo, di quali diritti vuoi disporre’”. Nella relazione letta nel corso della Conferenza internazionale “I diritti umani nel mondo contemporaneo: conquiste, omissioni, negazioni” organizzata dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dall’Università Gregoriana, in occasione del 70° anniversario della Dichiarazione Universale e del 25° anniversario della Dichiarazione di Vienna e Programma d’Azione, il card. Parolin ha lanciato la proposta di “una riflessione, alla luce della dottrina della Chiesa e del magistero, da presentare alle istanze intergovernative perché si preoccupino dei diritti e non solo se ne occupino”. Secondo il segretario di Stato, infatti, “alla luce delle nuove situazioni, occorre ridefinire quale visione delle persone e dei diritti può essere espressa secondo la dottrina della Chiesa”. Tale risultato, “la Santa Sede potrebbe proporlo nel contesto dei meccanismi tecnico-giuridici internazionali”, ha spiegato il card. Parolin che ha definito “lo strumento diplomatico come l’arte del possibile”.

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