Brasile: escalation di atti violenti contro indigeni e leader sociali nel Pernambuco e nel Paraíba

Tragica e pericolosa escalation, nel nordest del Brasile, degli attacchi contro villaggi e popolazioni indigene, o leader sociali. Al centro, le dispute sul possesso della terra. Sabato il villaggio indigeno di Bem Querer de Baixo, a Jatobá (stato di Pernambuco), abitato dall’etnia Pankararu è stato attaccato per la seconda volta in quaranta giorni. La locale chiesa ha sofferto un tentativo di incendio e sono stati rotti vetri e porte. Nel precedente attacco erano stati bruciati l’unica scuola e l’unico presidio medico della località. Non si sono registrate vittime o feriti. Nelle scorse settimane alcuni proprietari terrieri erano stati sgomberati dalla Polizia e sembra abbiano iniziato a minacciare gli indios e a bruciare abitazioni che spettavano agli indigeni. I Pankararu hanno aperto una sottoscrizione via internet per ricostruire gli edifici danneggiati, ma chiedono protezione alla Polizia brasiliana.
Sempre sabato, nello stato del Paraíba, due leader sociali sono stati barbaramente assassinati da individui armati e incappucciati nell’accampamento Dom José Maria Pires, nel comune di Alhandra, non lontano da João Pessoa: si tratta di José Bernardo da Silva e Rodrigo Celestino. Un comunicato del Movimento dei Sem Terra (senza terra) chiede giustizia e riafferma la volontà di proseguire nella battaglia “in difesa della terra”, esprimendo ulteriore amarezza per il fatto che tutto ciò sia avvenuto a soli due giorni di distanza dal settantesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti umani.

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