Decreto sicurezza: Tavolo Asilo, “provocherà aumento dell’irregolarità e del lavoro nero”

“Purtroppo, con la votazione della fiducia, nessun dibattito in aula è stato possibile al Senato. Tuttavia continuiamo a sostenere che per il bene del Paese e la sicurezza di tutti non conviene aumentare l’irregolarità ma rafforzare i percorsi di integrazione”: grande preoccupazione sul “mancato senso di responsabilità istituzionale nelle politiche sull’immigrazione” viene espressa oggi in merito all’approvazione in Senato del Decreto Sicurezza e Immigrazione da tutte le associazioni che aderiscono al Tavolo Asilo nazionale (A Buon Diritto, Acli, Action Aid, Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Avvocato di Strada, Casa dei Diritti Sociali. Centro Astalli, Cir, Cnca, Comunità di S. Egidio, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Intersos, Medici Senza Frontiere, Medici per i Diritti Umani, Mèdicine du Monde Missione Italia, Oxfam Italia, Save the Children Italia, Senza Confine), che ribadiscono le tante perplessità già espresse nei giorni scorsi: sul passaggio dal permesso di soggiorno per motivi umanitari ad un ristretto numero di permessi di soggiorno per “casi speciali” che rischia “di  far cadere in una condizione di irregolarità le circa 140.000 persone titolari di un permesso di soggiorno per motivi umanitari” che produrrà “irregolarità e lavoro nero”; il sistema di accoglienza Sprar che viene sacrificato a favore dei grandi centri di accoglienza collettiva; le implicazioni per il diritto alla salute; il rischio che i bambini arrivati in Italia con la famiglia “rimangano senza una presa in carico immediata e un’accoglienza dedicata”; l’allungamento della detenzione amministrativa degli stranieri, “che in passato ha già dimostrato di essere inefficace”; la riduzione delle garanzie nei procedimenti per il diritto d’asilo; l’aumento delle pene detentive “motivate solo dalla irregolarità del soggiorno per coloro che sono stati respinti od espulsi”; la decisione “fortemente discriminatoria” di “determinare in ben 48 mesi il termine per la definizione delle domande di cittadinanza da parte di persone residenti in Italia già da molti anni”. “Siamo invece convinti – affermano le principali organizzazioni che operano con i migranti – che non possa esservi davvero sicurezza senza la consapevolezza che, di fronte all’assenza di flussi di ingresso regolare e a un drastico calo degli sbarchi, occorre favorire al massimo l’integrazione e non avventurarsi in norme che rischiano di allargare l’irregolarità”.

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