Grande Guerra: Mattarella, “ai conflitti si preferisce sviluppare amicizia e collaborazione” come per “la scelta di condividere il futuro nell’Unione Europea”

(Foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Celebrare insieme la fine della guerra e onorare congiuntamente i caduti – tutti i caduti – significa ribadire con forza, tutti insieme, che alla strada della guerra si preferisce sviluppare amicizia e collaborazione. Che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nell’Unione Europea”. Lo ha affermato ieri a Trieste il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia per il centenario della fine della Grande Guerra, Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate. Si è celebrata la “Vittoria”, ha sottolineato il Capo dello Stato, “con orgoglio legittimo e con passione, senza trascurare la sofferenza e il dolore che hanno segnato quella pagina di storia”. E anche “in autentico spirito di amicizia e di collaborazione con i popoli e i governi di quei Paesi i cui eserciti combatterono, con eguale valore e sacrificio, accanto o contro il nostro”. con orgoglio legittimo e con passione, senza trascurare la sofferenza e il dolore che hanno segnato quella pagina di storia. “La guerra, le guerre – ha ammonito Mattarella –, sono sempre tragiche, anche se combattute – come fu per tanti italiani – con lo storico obiettivo di completare il percorso avviato durante il Risorgimento per l’Unità nazionale”. “La Grande Guerra, che comportò il sacrificio di più di dieci milioni di soldati, e un numero altissimo – rimasto imprecisato – di caduti civili, non diede all’Europa quel nuovo ordine fondato sulla pace, sulla concordia e sulla libertà che molti, con sincere intenzioni, avevano auspicato o vagheggiato”, ha evidenziato il presidente della Repubblica, aggiungendo che “la guerra non produsse, neppure per i vincitori, ricchezza e benessere ma dolore, miseria e sofferenze” e “non risolse le antiche controversie tra gli Stati, ma ne creò di nuove e ancor più gravi, facendo sprofondare antiche e civili nazioni europee nella barbarie dei totalitarismi e ponendo le basi per un altro, ancor più distruttivo, disumano ed esacerbato conflitto globale”.

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