Economia: Istat corregge le stime al ribasso. Nel terzo trimestre Pil a -0,1% su quello precedente, +0,7% sul 2017

Nel terzo trimestre del 2018 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,7% nei confronti del terzo trimestre del 2017. La stima della variazione congiunturale del Pil diffusa il 30 ottobre 2018 era risultata nulla mentre quella tendenziale era pari a +0,8%. È quanto rende noto oggi l’Istat diffondendo i dati dei “Conti economici trimestrali” relativi a prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti, domanda estera.
“La stima completa dei conti economici trimestrali – si legge in una nota – indica per il terzo trimestre una diminuzione congiunturale del Pil dello 0,1%. Si tratta del primo calo dell’attività economica dopo un periodo di espansione protrattosi per 14 trimestri”. “La flessione, che segue una fase di progressivo rallentamento della crescita, è dovuta essenzialmente – spiega l’Istat – alla contrazione della domanda interna, causata dal sovrapporsi di un lieve calo dei consumi e di un netto calo degli investimenti, mentre l’incremento delle esportazioni, pur contenuto, ha favorito la tenuta della componente estera”.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, la variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,9%.
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano diminuzioni, con una riduzione dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dell’1,1% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute rispettivamente dello 0,8% e dell’1,1%.
Stando ai dati diffusi, la domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,3 punti percentuali alla crescita del Pil, con un contributo nullo per i consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private (Isp) e per la spesa delle Amministrazioni pubbliche (Ap) e negativo per 0,2 punti percentuali per gli investimenti fissi lordi. La variazione delle scorte ha fornito un contribuito nullo alla variazione del Pil, mentre l’apporto della domanda estera netta è risultato positivo per 0,1 punti percentuali. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, si registra un andamento congiunturale positivo soltanto per il valore aggiunto dell’agricoltura, cresciuto dell’1,6%, mentre quelli dell’industria e dei servizi sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,1% e dello 0,2%.

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