Chiese dismesse: don Palmeri (diocesi Trapani), “un oratorio che fa cultura e rigenera il tessuto urbano”

La chiesa di San Rocco (Trapani) inizia la sua vita nel 1576 e nel corso della sua storia vede numerose trasformazioni, tra cui il riutilizzo come ufficio postale. A delinearne la storia è il rettore don Liborio Palmeri, delegato episcopale per la ricerca, il dialogo artistico e culturale della diocesi di Trapani, che al convegno “Dio non abita più qui?” (Pontificia Università Gregoriana) illustra il progetto in corso che lo vede impegnato con la comunità, compresi i giovani che frequentano la zona, per la sua vita notturna e l’atmosfera alternativa. Un progetto che ha identificato cinque bisogni: ricostruzione del luogo di culto; cura integrale della persona umana; educazione dei giovani e formazione teologica e culturale; pratica delle arti; relazioni fraterne. Il primo passo “è stato renderlo – e con l’intenzione rendere quest’area, precedentemente degradata e accessibile – come luogo di culto: dopo 150 anni è stata celebrata dal vescovo la prima messa. Al culto è seguita la cultura, e gli edifici adiacenti hanno visto lo sviluppo di un museo che offre spazio per l’arte nuova e antica, e in particolare per gli artisti”.
L’edificio ha inoltre uno spazio per l’apostolato intellettuale, uno per l’umano “abbraccio” che comprende cucine, spazi artistici, ospitalità e un’ulteriore area spirituale di contemplazione silenziosa, il tutto “in dialogo con uno splendido scenario naturale abbandonato, ora fruibile”. San Rocco, prosegue don Palmeri, “si presenta come un singolare esempio di archeologia contemporanea in cui, paradossalmente, la ripresa del culto è riuscita a mettere in moto nuove modalità di fruizione, un progetto di condivisione e relazione con la cultura contemporanea, ma anche un processo di rigenerazione urbana in un quartiere abbandonato e degradato attraverso un moderno oratorio cristiano per le arti ispirato a san Filippo Neri”. La sua provocazione sta nel collegamento “tra culto e cultura, nel confronto tra fede e arte contemporanea, tra arte sacra della Chiesa cattolica e l’arte di tanti artisti visivi, musicisti, poeti, intellettuali di oggi, anche non cristiani o non credenti”.

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