++ Donna migrante allontanata da ospedale: mons. Cuttitta (Ragusa), “non possiamo professarci cristiani e poi assumere comportamenti che negano il Vangelo” ++

“Come vescovo di Ragusa, quanto accaduto in Neonatologia mi induce a chiedere scusa: ad agire sono stati ragusani, sicuramente battezzati che magari si professano cristiani. E allora spetta anche al vescovo chiedere scusa perché l’umanità non ha colore, perché siamo tutti figli dello stesso Padre, perché non possiamo professarci cristiani e poi assumere comportamenti che negano il Vangelo”. Così mons. Carmelo Cuttitta, vescovo di Ragusa e presidente della Segreteria pastorale della Conferenza episcopale siciliana, nell’omelia pronunciata ieri in una Cattedrale gremita di sacerdoti e fedeli laici, in occasione della ricorrenza del terzo anniversario del suo ingresso in diocesi. Il riferimento del presule è alla donna eritrea fatta allontanare dal reparto di Neonatologia dell’ospedale Maria Paternò Arezzo, dove è ricoverato il suo bambino nato durante uno dei viaggi della speranza attraverso il Canale di Sicilia. “Viviamo in un clima di crescente insofferenza, alimentato anche da una politica che mira a dividere, a creare allarmi e genera paura e su questa paura e su un linguaggio e su atteggiamenti spregiudicati fonda la sua capacità di accrescere i consensi. Quanto accaduto – ha aggiunto il vescovo – è frutto di questo clima che vuol negare valori come l’accoglienza e la solidarietà e vuol privare a una consistente parte di umanità anche il diritto al futuro e alla speranza. Questa donna, mamma di un bambino appena nato, si era avvicinata ed è stata allontanata in malo modo. Non possiamo rimanere inerti quando ne va di mezzo la vita degli altri e i disagi degli altri”.

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