Decreto sicurezza: Libera, “tradisce i principi della Costituzione e abbassa ulteriormente il grado di umanità nel nostro Paese”

“Un decreto che tradisce i principi della nostra Costituzione, tradisce i diritti umani e che abbassa ulteriormente il grado di umanità nel nostro Paese”. Questo il commento di Libera al Decreto sicurezza, approvato definitivamente dalla Camera dei deputati ieri sera. Le misure contenute nel provvedimento, secondo Libera, “hanno l’evidente scopo di ostacolare l’accoglienza e rendere plausibili, anche sulla base di un’informazione tendenziosa o apertamente manipolata, azioni che trascendono ogni limite etico, ogni senso minimo di umanità”. “Un decreto, che sin dall’inizio, è partito in modo sbagliato mettendo assieme sicurezza, lotta alla mafia e immigrazione. Un’inaccettabile riduzione propagandistica – prosegue la nota – l’immigrazione non si può ridurre a problema di ordine pubblico, il fenomeno va governato con la lungimiranza della politica perché riguarda i bisogni di milioni di persone”. Libera denuncia poi che “con l’approvazione definitiva del Decreto sicurezza, è stata introdotta per la prima volta in Italia la vendita dei beni immobili confiscati ai privati, una modifica sostanziale rispetto ai principi del loro riutilizzo per finalità pubbliche e sociali prevista dalla legge 109/96 dove tutto il ‘maltolto’ diventa bene comune e motore per il riscatto economico e sociale, creando nei territori opportunità di servizi alle persone, di lavoro pulito e di animazione culturale”. “Svendendo i beni confiscati – ammonisce l’associazione fondata da don Ciotti – non si fa altro che favorire i clan, che potrebbero riacquistare i beni tramite prestanomi e riciclare i patrimoni e le ricchezze accumulate illecitamente”. “Vigileremo – assicura Libera – e faremo battaglia: non vendiamo quei beni confiscati che creano opportunità e rappresentano il segno del riscatto di un’Italia civile e responsabile, onesta e coraggiosa, come dimostrano le oltre 800 realtà dell’associazionismo, del volontariato e della cooperazione sociale impegnate in tutta Italia nella loro concreta restituzione alla collettività e che hanno saputo superare – assieme ai rappresentanti istituzionali e degli enti locali – quelle criticità che appaiono a volte insormontabili”.

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