Sanità cattolica: don Angelelli (Cei), “convergere su progetti condivisi”. In arrivo un documento pastorale e uno interreligioso sul fine vita

Capacità di convergere su progetti condivisi. Questa la parola d’ordine rilanciata oggi da don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, all’indomani del convegno nazionale “Chiesa italiana e salute mentale 2” e in occasione dell’Assemblea generale d’autunno dell’Aris (Associazione religiosa istituti sociosanitari) che si è aperta questa mattina a Roma. “Non ci devono essere concorrenze nell’azione pastorale – avverte – ma dobbiamo essere capaci di convergere su alcuni progetti comuni. Il verbo che consegno è ‘convergere’, di cui Accolti.it è piena espressione”. Di qui il richiamo all’Open day dello scorso 13 ottobre al quale hanno partecipato 128 istituti: “Abbiamo voluto depotenziare il progetto che vorrebbe affermare che tutte le strutture che accolgono disabili siano segreganti”. Presso l’Ufficio Cei è stato avviato anche un Tavolo degli hospice cattolici al quale “sono convenuti 21 realtà, 18 al nord e 3 al sud con un calendario che prevede incontri mensili”. È inoltre in avanzata fase di stesura un documento della Cei sul fine vita: “non è un documento contro nessuno, è un documento propositivo”, precisa Angelelli che ne auspica l’uscita entro i primi mesi 2019 “per confrontarci tutti con un testo chiaro prima dell’eventuale discussione di una legge sull’eutanasia attiva”. E sempre con riferimento al fine vita, annuncia per metà dicembre la firma di un manifesto interreligioso per il morente tra Cei, diocesi di Roma e Tavolo interreligioso di Roma.

 

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