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Itinerari culturali: card. Bagnasco (Ccee) al CdE, “fili di una tela ricca nella sua diversità”. “L’incontro, vera natura del viaggio”

(Strasburgo) Nel suo intervento al Consiglio d’Europa, il card. Bagnasco ha sottolineato come “il turismo di massa rischia spesso di accostare opere d’arte come oggetti muti”, mentre “il patrimonio culturale è una realtà dinamica, che vuole parlare e possiede una vera capacità generativa. Ma per lasciarsi interpellare da ciò che si incontra, si deve essere disposti ad uscire da se stessi. In altre parole, si deve essere disposti a viaggiare autenticamente. Un percorso interiore, di cui il viaggio esteriore è segno e strumento”. Da questo punto di vista gli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa “sono particolarmente preziosi. Essi attraversano tutto il continente come dei fili, mettendo in comunicazione luoghi apparentemente lontani tra di loro e assai diversi, uniti da cammini fisici o da percorsi ideali che hanno contribuito a plasmare la nostra identità e che per questo interpellano il nostro futuro. La tela composta dall’intreccio di tutti questi fili non è altro che la tela dell’unità europea, nella ricchezza della sua diversità”. Il cardinale ha affermato che tali Itinerari “concepiscono il patrimonio culturale come una realtà vivente, che si può conoscere solo mettendosi in viaggio, interrompendo cioè le proprie abitudini e aprendosi all’incontro con l’altro, cercato non per semplice gusto di novità, ma come espressione di una comune, talora tormentata ricerca del vero, del bello, del senso, che ha una intrinseca e profonda dimensione spirituale”.
“Una ricerca che in Europa ha assunto forme diversissime, come si può vedere dalla varietà degli Itinerari certificati, che riflettono solo una parte di questa ricchezza, e dove il messaggio del Vangelo ha lasciato ben visibile la sua traccia”. L’esperienza degli Itinerari culturali CdE si colloca, fra l’altro, “in una generale riscoperta di forme alternative di turismo, le quali, pur da un punto di vista che potremmo definire laico, si avvicinano all’antica concezione del pellegrinaggio”. Il turismo sostenibile, “lento”, “si basa anzitutto sulla convinzione che l’incontro è la natura vera del viaggio, e che esso esige tempo, apertura interiore, una sorta di conversione dalla frenesia nella quale è sovente immersa la nostra vita”. Bagnasco ha aggiunto: “È questo, in fondo, l’animo del pellegrino: un animo umile, pronto a mettersi in gioco nel viaggio che intraprende”. “Solo camminando si conosce, solo camminando si incontra. E l’incontro arricchisce, dona una nuova prospettiva, permette di costruire il futuro su nuove basi”.

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