Università: Istat, nel 2018 lavora il 93,8% dei dottori di ricerca del 2012 e del 2014. In aumento il numero di chi fa esperienza all’estero

“Nel 2018, a sei anni dal conseguimento del dottorato, lavora il 93,8% dei dottori di ricerca, è in cerca di un lavoro il 4,6% mentre non lavora e non cerca lavoro l’1,6%. Anche a quattro anni dal conseguimento del titolo lavora il 93,8%, mentre cerca un lavoro il 5% e non lavora e non cerca l’1,3%”. Lo comunica oggi l’Istat diffondendo il report 2018 su “L’inserimento professionale dei dottori di ricerca”.
“Rispetto all’edizione precedente dell’indagine, condotta nel 2014 sulle coorti dei dottori di ricerca del 2008 e 2010, il tasso di occupazione a sei anni – spiega l’Istat – è sostanzialmente stabile mentre migliora di 2,3 punti percentuali quello a quattro anni”. Stando ai dati diffusi, l’occupazione è elevata in tutte le aree disciplinari, in particolare per i dottori dell’ingegneria industriale e dell’informazione (oltre il 96% lavora a quattro anni dal dottorato e oltre il 98% a sei anni); risulta più bassa tra i dottori delle Scienze politiche e sociali (lavora il 90,7% della coorte 2012 e l’87,8% della coorte 2014). A sei anni dal titolo il 24,1% dei dottori occupati è impiegato nel settore dell’istruzione universitaria: tra questi, il 51,1% con un lavoro dipendente mentre il 36,6% è finanziato da assegni di ricerca. Un dottore su dieci lavora come professore o ricercatore universitario (40% presso lo stesso ateneo in cui è stato conseguito il dottorato); fra coloro che vivono all’estero lo stesso rapporto è di un dottore su quattro. In aumento rispetto al passato la quota di occupati nel settore dell’istruzione non universitaria (dal 12,4% per la coorte 2004 al 17% per la coorte del 2012). “Nonostante sia in calo la soddisfazione (non rifarebbe lo stesso corso il 38,3% dei dottori 2014, +10% rispetto ai dottori 2004) il dottorato – aggiunge l’Istat – è giudicato utile per l’accesso al lavoro da più del 79% degli occupati dopo il conseguimento del titolo. Tra chi era già occupato solo il 15,2% ha migliorato la propria posizione”. In crescita la quota di dottori che sperimentano periodi di studio fuori dall’Italia (44,6% per i dottori 2014, 27,9% per i dottori 2004), diretti per la maggior parte verso Uniti (18,2%), Regno Unito (15,5%) e Germania (11,1%). I dottori di ricerca 2012 e 2014 che vivono all’estero al momento dell’intervista sono il 17,2%. Anche la quota di stranieri che scelgono un ateneo italiano per gli studi dottorali è andata progressivamente crescendo nel tempo: 2,2% per la coorte 2004, 10,1% per quella del 2014. La maggior parte dei dottori di ricerca stranieri è di origine asiatica (43,9%).

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