Terra dei fuochi: don Grimaldi (ispettore generale) scrive ai cappellani per far partecipare detenuti e operatori carceri a Giornata preghiera e digiuno 29 novembre

Anche nelle carceri della Campania si parteciperà alla Giornata di preghiera e digiuno, voluta, il 29 novembre, da alcuni vescovi della Campania, (Acerra, Aversa, Caserta e Nola), per iniziativa dell’ispettore generale dei cappellani delle carceri italiani, don Raffaele Grimaldi, che, in una lettera inviata oggi ai cappellani degli Istituti per adulti, per minori e delle Scuole di polizia penitenziaria della Regione Campania, chiede di aderire all’iniziativa presa dai vescovi per “dare voce allo scempio della nostra terra, manifestando un senso di impotenza davanti a questo dramma del nostro territorio”. I presuli, scrive don Grimaldi, “chiederanno al popolo di Dio e a tutte le comunità, di dedicare una Giornata di preghiera e di digiuno per non restare in silenzio” perché “c’è il forte rischio che davanti al male che agisce nelle tenebre, si rimanga indifferenti, abituati e rassegnati”. L’invito dell’ispettore generale è “di estendere questa importante e significativa iniziativa ecclesiale in tutte le carceri della nostra amata terra campana, affinché anche da quei luoghi di pena si prenda coscienza che molti, con il loro malaffare, hanno contribuito ad inquinare la nostra terra ‘Campania Felix’”. La preghiera, spiega don Grimaldi, serve “per implorare la Misericordia di Dio, perché abbiamo tradito la Sua fiducia, avendo ricevuto nelle nostre mani l’impegno di custodire la bellezza del Suo Creato”; il digiuno “per purificare la nostra vita, le nostre scelte dai continui compromessi che hanno ‘ferito la nostra terra’”. “Sono fiducioso nella vostra azione pastorale e sono certo che condividerete questa iniziativa della nostra Chiesa regionale – afferma l’ispettore, rivolgendosi ai cappellani -. Vi chiedo quindi, dove è possibile, con i detenuti e operatori tutti, di vivere questa iniziativa nei rispettivi istituti penitenziari di appartenenza, in modo da manifestare non solo la nostra solidarietà e attenzione a questo grave problema, ma anche di vivere, unitamente ai nostri pastori, la preoccupazione per il bene della nostra gente”.

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