Diocesi: mons. Fiorini Morisini (Reggio Calabria-Bova), “nelle famiglie non si ceda al malaffare”

“Che cosa brutta pensare al mescolamento tra religione e delitto, tra violenza e pietà cristiana. Possibile che dobbiamo ancora richiamare e condannare questa situazione come contraria alla fede vera? Qual devozione può esistere accanto alla violenza?”. Lo ha detto ieri pomeriggio mons. Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, all’inizio della processione che dal duomo reggino ha portato il Quadro della Madonna della Consolazione all’Eremo. “Non voglio turbare la gioia e la serenità di questo momento, ma non posso fare a meno di ricordare che in questi mesi non sono venuti meno i fatti delinquenziali, che infangano il volto della nostra bella città, che umiliano le coscienze di tanti bravi ed onesti cittadini, che mettono in discussione l’autenticità della nostra fede”. Mons. Fiorini Morosini ha ricordato alcuni episodi, quali “il negozio bruciato in via del Torrione” e “l’inqualificabile scempio nell’asilo comunale di via Aschenez”, nonché i fenomeni di “droga e prostituzione”, di “taglieggiamenti e di violenza privata di ogni genere”. Per il presule, “nessuno vuole fare di ogni erba un fascio e criminalizzare, ma non possiamo chiudere gli occhi su questi mali e fare finta di niente”. Come vescovo, “penso che forse tanti che operano questi misfatti sono passati davanti a me o ad altro vescovo per ricevere la cresima, si sono sposati in Chiesa, hanno battezzato i loro figli; sono passati, forse, anche dinanzi a questo quadro segnandosi con il segno della Croce”, ha constatato mons. Fiorini Morosini. Rivolgendosi alle donne, l’arcivescovo reggino ha chiesto loro di “continuare ad essere per la società le custodi delle famiglie” e “vigilanti perché nelle vostre famiglie non si ceda al malaffare”. “Rifiutate il denaro, quando avete il sospetto che non è pulito – l’esortazione – perché di dubbia provenienza. Mettetevi di traverso sul cammino dei vostri figli quando vi accorgete che stanno cedendo al malaffare. Sfidateli con l’amore di madre che li ha generati, se essi vogliono fare di testa loro”.

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