Salute mentale: Vicari (Osp Bambino Gesù), “sia al centro politiche infanzia. Decisivo ruolo protettivo famiglia e scuola”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Anche il bambino può conoscere il disturbo mentale. Lo afferma Stefano Vicari, responsabile dell’Uoc di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, intervenendo al convegno “La Chiesa italiana e la salute mentale 2. Futuro benessere della mente”, in corso alla Pontificia Università Lateranense. L’infanzia e l’adolescenza, spiega, sono “periodi sensibili” per il raggiungimento del benessere mentale, della felicità possibile, ma anche in questa fase “legata allo sviluppo biologico del cervello” possono comparire “disturbi psicopatologici e felicità ferite”, risultato dal “verificarsi di più fattori di rischio e dalla loro interazione nell’arco dello sviluppo”. Fattori di rischio “biologici” ai quali si aggiungono quelli tipici dell’adolescenza, tra cui “il ruolo sempre più determinate dell’abuso di sostanze e psicotrope e, tra queste, dei cannabinoidi”. Molti disturbi, aggiunge, stanno anticipando la loro comparsa. In età di scuola primaria è in grande crescita il disturbo d’ansia mentre l’8% degli adolescenti soffre di depressione.
Viceversa, “contesti di vita caratterizzati da relazioni positive e arricchiti da adeguati stimoli cognitivi ed emotivi contribuiscono fortemente al raggiungimento del benessere mentale del bambino, adulto di domani”. Decisivo, avverte, “il ruolo giocato in positivo o in negativo dalle diverse agenzie educative, famiglia e scuola su tutte”. La salute mentale, conclude Vicari, “deve essere al centro delle politiche per l’infanzia non meno della salute per il corpo. Occorre, allora, restituire credibilità e autorevolezza a scuola e famiglia – entrambi possono svolgere un ruolo ‘protettivo’ sulla salute mentale –  investendo risorse ed energie su entrambe, consapevoli del loro insostituibile ruolo sociale e pedagogico”.

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