Salute mentale: Lanfredi (psicoterapeuta), Rapporti (insegnante), educare alla felicità a scuola

Lo stigma e i pregiudizi verso la malattia mentale rappresentano una barriera al suo riconoscimento e trattamento, soprattutto nei giovani che manifestano i primi segnali di disagio, ma l’aumento delle conoscenze che troppo spesso portano ad un ritardo nell’accesso alle cure è un aspetto di grande rilevanza nel panorama della salute mentale. A sostenerlo è la psicoterapeuta Mariangela Lanfredi, che al convegno Cei “Chiesa italiana e salute mentale 2. Futuro e benessere della mente” illustra i risultati di un progetto condotto dall’Irccs Fatebenefratelli di Brescia presso alcuni istituti superiori della città. Tre tipi di intervento sulle conoscenze e le attitudini degli studenti verso la salute mentale che, spiega, “hanno mostrato che con interventi adeguati è possibile migliorare gli atteggiamenti verso la malattia mentale, le opinioni sull’empowerment delle persone con malattia mentale e la disponibilità ad interagire con loro e, cosa importante, a ricercare aiuto”. Loretta Rapporti, insegnante, racconta la propria esperienza infantile di scolara con difficoltà di apprendimento – “alla fine della seconda elementare non distinguevo la e dalla a e sapevo contare solo fino a 5” – superate solo nel momento in cui si è sentita considerata da una giovane supplente non più una bambina “difficile” ma una bambina “normale”. “Se so di non saper fare farò molta fatica, mentre sentirsi capace di svolgere un’attività è alla base della motivazione all’apprendimento”, assicura. Occorre dunque “rovesciare la prospettiva”.

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