Giuseppe Toniolo: mons. Sorrentino, “nell’ambito della questione sociale fu profeta e uomo di speranza”

(Milano) La tensione di Toniolo alla santità laicale “non poteva non intercettare la ‘questione sociale’, ossia la situazione di sofferenza accompagnata da dinamiche conflittuali che segnarono (e in gran parte, a livello globale, continuano a segnare) il mondo operaio, e in genere le classi più deboli della società, in seguito al processo di industrializzazione, con la conseguente formazione del proletariato”. Lo ha detto mons. Domenico Sorrentino, nella relazione introduttiva al convegno “Economia e società per il bene comune. La lezione di Giuseppe Toniolo”, che si tiene oggi all’Università Cattolica del Sacro Cuore, su iniziativa del Comitato per il Centenario del beato Giuseppe Toniolo”. Un’attenzione, quella di Toniolo, appassionata e denotata da elementi di grande innovazione, fino a sfociare nella profezia: “Toniolo intravvedeva i prodromi dell’odierna deriva di relativismo e scetticismo, mettendo in evidenza, nelle ideologie del suo tempo, quelle tendenze che a questo portavano, a partire dal soggettivismo kantiano”. L’altro angolo di crisi riguardava la tendenza disgregativa della società, sotto i colpi di alcuni processi non solo culturali, ma politici ed economici, che convergevano nel lacerare il tessuto delle relazioni interpersonali”. Il terzo angolo problematico, ha aggiunto mons. Sorrentino, è la crisi della solidarietà. Per il Toniolo era la tendenza della società a sviluppare atteggiamenti di indifferenza, diffidenza e opposizione. L’indifferenza emerge soprattutto nelle classi abbienti nei confronti della moltitudine dei poveri”. Toniolo, ha detto il postulatore, “sentiva l’incalzare del tempo. Sembra un uomo dell’era internet quando, nel 1896 scrive di una ‘vertiginosa rapidità dei tempi nostri, in cui gli anni contano secoli’. L’accelerazione della storia era da lui sentita come una sfida. Forse certe affermazioni ottimistiche avevano anche un senso strategico, per incoraggiare i cattolici ad uscire dalle sacrestie e darsi all’impegno sociale. Giocava comunque in lui il senso profondo della speranza. Fu uomo di speranza a tutto tondo”. È “la stessa utopia-profezia-invocazione che ha spinto cattolici come De Gasperi, Schuman, Adenauer, a gettare, nel solco di radici cristiane sempre vitali, anche quando sono obliate e negate, le basi pacifiche di una nuova Europa, dopo l’umiliazione sanguinosa di due guerre mondiali. La stessa passione che ha portato i cattolici democratici italiani dell’ultimo dopo-guerra a dare un contributo notevole alla Carta costituzionale del nostro Paese, in dialogo con altre ispirazioni e culture. Toniolo sta alle origini del percorso ideale di uomini come Sturzo, De Gasperi, La Pira”.

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