Giuseppe Toniolo: Bruni, “nemico di rendite e degli speculatori”. Becchetti, “attuale nella prospettiva dell’economia civile”

(Milano) “Giuseppe Toniolo è più importante per le domande che pone, che per le risposte che dà”. Lo ha detto l’economista Luigino Bruni (Lumsa), nel corso dei brevi interventi che completano la prima sessione su “Economia, finanza e bene comune”, nell’ambito del convegno “Economia e società per il bene comune. La lezione di Giuseppe Toniolo”, che si tiene oggi a Milano, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, su iniziativa del Comitato per il Centenario del beato Giuseppe Toniolo”. In particolare, Bruni ha messo in evidenza gli interrogativi sulla pervasività dell’economia sulla società. Bruni ha sottolineato come “la domanda religiosa, la sfera religiosa sia diventata una via per fare scienza, in modo laico”. Ancora, il Toniolo ritiene che il capitalismo sia una degenerazione dell’economia di mercato, che si era sviluppata in senso umanistico fin dal Medioevo e fino alla Riforma protestante. Ma in Toniolo ci sono anche riflessioni utili per comprendere i limiti dell’attuale finanza speculativa. “È il lavoro che rende umana l’economia”, ha detto l’economista. E il nemico del lavoro “non è il capitale, Toniolo parla bene degli imprenditori, così come del risparmio. I nemici sono le rendite, gli speculatori”.
Nell’ambito degli interventi di questa prima sessione, l’economista Leonardo Becchetti (Università di Tor Vergata) ha messo in evidenza la capacità in Toniolo di coniugare riflessione teorica e impegno civile, in particolare nell’organizzazione delle Settimane Sociali dei cattolici e dello sviluppo del movimento cooperativo soprattutto di matrice bancaria; ciò rappresenta un elemento di straordinaria continuità con le sfide dell’oggi. La riflessione di Toniolo, secondo Becchetti, “testimonia che le sue battaglie sono le nostre. Sia sul fronte della definizione del paradigma economico mettendo in luce come l’impostazione angusta e riduzionista di un pensiero economico che vede l’auto-interesse miope come unico movente dell’azione umana, che su quello dello studio delle patologie dei mercati finanziari”. Il superamento dell’homo oeconomicus, ma anche l’importanza della socievolezza, secondo Becchetti sono due contributi di Toniolo quanto mai attuali, nella prospettiva della costruzione di un’economia civile.
Fiorenza Manzalini (Università di Parma) ha messo in luce la proposta tonioliana di “una nuova economia reale antropologica”, vale a dire una scienza economica che deve fondare i suoi enunciati “sulla realtà della vita” e sull’uomo “tutto intero”, anziché “sopra un mondo fittizio” e un monismo antropologico.

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