Legalità: laurea ad honorem a don Ciotti, “ho cercato di comprendere attraverso l’ascolto e l’empatia i bisogni e le fragilità delle persone”

(da Parma) “Mi sento piccolo e inadeguato per questa laurea. Questa laurea non è assegnata a don Ciotti ma ai tanti che mi hanno accompagnato, insegnato, spesso sostenuto. Mi sono sempre sentito un allievo, con molti limiti e molti vuoti da colmare. I miei maestri sono stati la strada e le persone che ho incontrato, in particolare padre Michele Pellegrino”. Lo ha detto don Luigi Ciotti in apertura della lectio doctoralis “Le persone, la strada, l’ambiente, la vita: l’intervento sociale come etica della responsabilità” seguita al conferimento della Laurea magistrale ad honorem in Psicologia dell’intervento clinico e sociale da parte dell’Università degli studi di Parma. “Non ho studiato psicologia in senso stretto ma ho cercato di comprendere attraverso l’ascolto e l’empatia i bisogni e le fragilità delle persone – ha continuato don Ciotti -. La strada è il luogo in cui gli individui si riconoscono come persone, depongono le maschere. La relazione è l’essenza della vita. È attraverso gli altri che ci realizziamo che diventiamo pienamente persone, gli altri sono i termometri della nostra umanità”. E poi sul ruolo dell’essere cittadini nella società: “La parola che più mi preoccupa oggi è neutralità, perché bisogna alzare la voce se serve. Non si può essere cittadini a intermittenza ma cittadini responsabili. La società forte è quella che accoglie, quella che respinge è una società debole che si crede forte”. E a proposito dell’Italia: “Amo il mio Paese e voglio continuare a lottare perché la Costituzione non resti scritta così bene sulla carta ma venga vissuta fino in fondo. Il primo testo anti-mafia è la Costituzione”. E, ha concluso, con le parole del suo genitore: “Mio papà ci ricordava sempre che ‘la povertà è un reato contro la dignità delle persone, la povertà è un crimine di civiltà’”.

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