Humanae vitae: mons. Giuliodori (assistente generale), “giovani chiedono di essere aiutati nel discernimento sulla sessualità”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Il 50° dalla promulgazione della Humanae Vitae “è un’occasione per proseguire un dibattito che, ancora aperto, ci dice che l’enciclica è andata a toccare una questione decisiva per la vita dell’uomo, per il futuro dell’umanità, per il senso dell’esistenza”. Esordisce così mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, inaugurando questo pomeriggio nella sede romana il congresso nazionale “Bellezza e cura della fertilità nel mistero del generare umano” (23 – 24 novembre). Il tema dell’appuntamento, spiega, “è stato volutamente legato ad uno sguardo che riesca a cogliere la bellezza della fertilità”. In questo Paolo VI “è andato controcorrente” perché ha visto la sessualità come “un elemento significativo e capace di dare una formidabile lettura antropologica dell’uomo”. Richiamando l’impegno dell’Università cattolica nel campo della procreazione responsabile e dell’accoglienza della vita, in particolare attraverso lo studio, la ricerca scientifica, la didattica e l’attività clinica di consulenza e accompagnamento delle coppie, Giuliodori sottolinea la necessità di “affrontare le sfide del nostro tempo” rafforzando “la ricerca su questi versanti”, spronati anche dal recente riconoscimento del Policlinico Gemelli a Irccs. E conclude: “Occorre cogliere anche il nesso con il Sinodo dei giovani. Il Papa invita a seguirli nelle loro domande” e tra queste c’è anche quella di “essere aiutati nel discernimento sulla sessualità umana in momento storico molto complesso”

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