Giusti tra le nazioni: Pontificia Università Urbaniana, il 27 novembre una mostra sulla famiglia Ulma

Sono circa un milione i polacchi che – in modi diversi e nonostante una legge che, caso unico in tutta l’Europa, prevedeva per loro la pena di morte – hanno aiutato gli ebrei durante l’occupazione tedesca della Polonia, riuscendo così a salvarne circa 300mila. Per questo motivo sono il gruppo nazionale più numeroso tra i “Giusti tra le nazioni”: 6.706 su 26.513. Tra questi eroi c’è anche una famiglia di semplici contadini, la famiglia Ulma: nove persone (i genitori con sei bambini, il settimo era ancora nel grembo della mamma, al nono mese di gravidanza) fucilate il 24 marzo 1944, nel villaggio di Markowa, nel sud-est della Polonia, dai gendarmi tedeschi, per la sola colpa di aver nascosto e aiutato degli ebrei. Gli Ulma sono stati dichiarati dal comitato ebraico “Giusti tra le nazioni”, e nel 2003 è cominciato il processo diocesano di beatificazione. Per ricordare il sacrificio della famiglia Ulma, l’arcidiocesi di Przemyśl e la Fondazione Famiglia Ulma “Soar” organizza una mostra, a Roma, che verrà inaugurata martedì prossimo, 27 novembre, alle ore 16, presso la Pontificia Università Urbaniana. All’inaugurazione – informano i promotori dell’iniziativa – parteciperanno il rettore dell’Urbaniana, Leonardo Sileo, mons. Adam Szal, arcivescovo metropolita di Przemyśl dei Latini, i rappresentanti del governo polacco, i rappresentanti dei “Giusti tra le Nazioni”, e p. Bogusław Turek, sottosegretario della Congregazione delle cause dei santi. Il card. Angelo Amato, prefetto emerito della Congregazione, parlerà del “Martirio come il modo più sublime di seguire Cristo”, mentre padre Jan Mikrut, della Pontificia Università Gregoriana, ricorderà “La persecuzione della Chiesa cattolica in Polonia durante la II guerra mondiale”. A tracciare un profilo della famiglia Ulma sarà il postulatore della causa di beatificazione, padre Witold Burda.

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